
Potete pensarla come volete, ma un bambino che non rinuncia a mettere il proprio nome per amore della sua squadra è un bell'esempio di tifoso. Ed io sto con lui.
La Protezione civile regionale nel tardo pomeriggio di giovedì ha diramato un avviso di un ulteriore peggioramento delle condizioni meteorologiche e, in particolare, consiglia di "non uscire dalle abitazioni nel periodo indicativo compreso fra le 12 di venerdì 10 febbraio e le 17 di sabato 11 febbraio e comunque, in caso di necessità, di ridurre al minimo essenziale l'esposizione all'aperto" a causa di "un aggravamento caratterizzato in particolare nel nostro territorio, da vento, neve e gelo, associati ad un calo di temperature, la qual cosa darà luogo a tormente di neve".
Sulla base di questa comunicazione il Prefetto di Bologna, dottore Angelo Tranfaglia, questa sera ha invitato tutti i sindaci della provincia di Bologna a valutare l'opportunità di adottare ulteriori azioni tese a garantire l'incolumità delle persone e la loro sicurezza. In relazione a questo peggioramento delle previsioni meteorologiche il Prefetto invita a sospendere l'attività didattica ed educativa prima dell'inizio della tormenta.
Si invitano i cittadini, in particolare anziani, bambini e persone a rischio, a restare in casa perché la situazione potrebbe essere pericolosa.
Tuttavia stavolta mi espongo e, credo, a ragione.
Nell'ambito del convegno dei Cristiano-Riformisti il Capo del governo ha usato le seguenti parole:
… potere educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandare i figli a scuola, in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia..
Chiedo a voi genitori se la scuola che frequentano i vostri figli inculca valori contrari a quelli che inculcate voi.
Chiedo se i vostri figli frequentano una scuola di stampo sovietico e illiberale.
Vi chiedo se è ammissibile che il Presidente del Consiglio possa disprezzare e denigrare la scuola pubblica, la quale è tra i pilastri dei suoi compiti istituzionali come azione di governo (e che, ce ne stiamo accorgendo, sta demolendo).
L'unica ragione che posso trovare per cotanto accanimento è che, per avere l'appoggio della Chiesa in un momento in cui l'immagine ed i valori che lui trasmette sono tutto fuori che cristiani, debba cavalcare il fantasma del comunismo e l'odio verso ciò che è pubblico.
Ma anche spiegando questo attacco con l'opportunismo elettorale, sono profondamente indignato nel vedere che la scuola dei nostri figli viene disprezzata e attaccata senza precedenti, con accuse ridicole e offensive non solo per chi ci lavora, ma anche per noi genitori (siamo tutti deficienti a mandare i nostri figli in una scuola contraria ai nostri valori?).
Credo che stavolta quello che lui ha detto superi molte altre affermazioni precedenti, e credo che il mio ruolo di Presidente debba essere quello di difendere la scuola dei nostri figli non solo da continui tagli economici, ma anche da attacchi di tipo culturale-ideologico.
Non condivido nel merito le parole del Presidente del Consiglio che ritengo che siano purtroppo espressione di una politica italiana di bassissimo rilievo, affarista ed opportunista in ogni suo schieramento e non solo quello di maggioranza. Con rammarico devo però ammettere che le Istituzioni Nazionali e Locali elette con suffragio popolare, non sono altro che la rappresentanza anche dei nostri malcostumi. E' inopportuno non riconoscere le nostre responsabilità e sarà il caso di comprendere che coloro che dirigono la nostra vita sociale, siano essi maggioranza od opposizione, ci rappresentano sia nel bene che nel male. Sono la nostra immagine speculare ogni qualvolta veniamo colti in fallo e non vogliamo prenderci nè le nostre responsabilità e nemmeno le nostre colpe. Non abbiamo più rispetto per nulla: se abbiamo un figlio manesco lo giustifichiamo affermando che i ragazzi devono impare a difendersi; se provoca una danno minimizziamo o cerchimo un concorso di colpa; chiediamo all'idraulico consenziente di non farci la fattura e se un vigile ci ferma al semaforo senza le cinture, con il cellualre ed il bambino non legato al seggiolino, cosa rispondiamo? "Ma sono fermo al rosso!" E allora cosa possiamo aspettarci dai politici, se cerchiamo una conoscenza, un favore, una appoggio clientelare per migliorare il nostro status sociale. La nostra cultura è radicata nel negazionismo e nella irresponsabilità, frutto di una crescita nella mancaza di valori a cui invece una nazione ed in popolo in quanto tale dovrebbero fare riferimento. Ma la realtà è ben diversa: predichiamo da tempo la meritocrazia, ma un alunno non può essere bocciato nemmeno se mette le mani addosso ad un insegnante, altrimenti dovrà risponderne ad un Tribunale Regionale al quale si saranno rivolti i genitori di tanto esempio socilale. Non meravigliamoci se poi i giovani pensano che una ragazza minorenne abbia solo colto l'occasione della vita recandosi a casa di un uomo potente per denaro. E la scuola pubblica non è al di fuori da questo teatrino: assenteismo, assunzioni pilotate, ripetizioni a pagamento in nero, bullismo, droga, "non mi compete", "non dipende da me". Odio fare paragoni con gli stati stranieri, ma in Germania un ministro si è dimesso per aver copiato una tesi di laurea, in Italia avrebbe avuto una laurea honoris causa. La vera rivoluzione CULTURALE che può vermante cambiare questo paese a costo zero, consiste nel dire la verità ai nostri figli SEMPRE anche quando non ci conviene!