Sia benvenuto ogni visitatore di questo Blog

Sia benvenuto ogni visitatore di questo Blog
curiosi o svogliati, tristi o allegri, sensibili o crudeli
qui troverete immagini, pensieri, riflessioni,
commenti ed un possibile incontro o scontro di idee
il tutto condito dalla buona educazione, dall'ironia e dal buon senso nel rispetto del prossimo
un blog realmente fatto in famiglia, dove ognuno ci mette un pezzo di vita da condividere
si parte da qui con alcune immagini per vedere dove questo mezzo di comunicazione ci può portare
non per nulla chi usa internet viene definito un .... navigatore

lunedì 19 ottobre 2009

Amicizia

un pensiero dietro una foto di cui nessuno doveva sapere
una lettera scritta una notte insonne
un lungo corridoio d'ospedale per una inconsolabile verità
ascoltare un pianto disperato in auto
una canzione dei Queen a tutto volume
un viaggio all'altro emisfero del mondo
ammettere di avere fatto del male per una donna sbagliata
una telefonata che non volevi ricevere per un doloroso passaparola
due litiganti in strada che da quel momento costruiscono qualcosa
una cena dai genitori a base di funghi
lavorare con uomini e non solo colleghi
farti ricordare dalla sua vedova, ammirando il coraggio di una bambina
quattro persone in veranda una calda notte d'estate
un albero da frutto che deve essere curato, anche se sai che basta una grandinata per farlo morire

venerdì 16 ottobre 2009

Un grande attore

Un giorno pensavo che avrei potuto vantarmi di essere un grande amico di un grande attore



poi mi sono dovuto ricredere.........

venerdì 2 ottobre 2009

lei vive per me

Lei vive per me e ne ho le prove
Lei non vive solo con me
Lei soffre per me e con me
Lei giosce con me, lei si appassiona con me
Lo vedo nei suoi occhi, nei suoi gesti.
Lo sentono le mie orecchie, lo comprende la mia mente.
In mezzo alla folla cercava il mio sguardo,
vestita di bianco danzava sull'altare
appoggiata al mio torace ha deciso il suo destino
si addormenta la sera aspettando la mia mano.
Lei vive per me e questa è la mia gioia.


lunedì 28 settembre 2009

Cral

lunedì 21 settembre 2009

Il senso del dovere

Sono confuso, ma addolorato. Sono arrabiato, ma non mi sento coinvolto. Provo vergona per questo e voglio capire il perchè. Seppure condivido dei rischi nella mia professione, certamente non paragonabili a quelli che si trovano ad affrontare i militari nelle missioni nel mondo, mi sento come sopito nelle mie emozioni. Qualsiasi mezzo d'informazione, qualsiasi sito internet di massa parla dei nostri militari morti in guerra. I commenti della gente sono per me troppo conformi, troppo scontati. Ammetto di sentirmi a disagio pensando alla morte, come chiunque credo. Non sono bravo a consolare. Preferisco tacere per rispettare il dolore, perchè ogni frase mi vibra nelle corde vocali con l'intonazione sbagliata. Senza senso. Sono in difficoltà e nervoso ai funirali. Probabilmente solo il defunto si trova suo malgrado a suo agio. Ma in verità non capisco il senso di queste morti. Questi uomini, prima che soldati, hanno abbandonato le famiglie per difendire degli ideali fuori dalla propria patria ed in nome della propria patria. Una specie di crociati e dalle crociate abbiamo visto come siamo ritornati. Il mio timore è che coloro che ci li hanno mandati incontro alla morte, presto o tardi si dimenticheranno del motivo per cui erano là. Questo perchè siamo ormai avezzi al sacrificio di pochi per dovere. Tanto per essere più chiaro, quando i mandanti mafiosi uccisero con un'autobomba il magistrato Paolo Borsellino, mi trovavo in vileggiatura sulla riviera romagnola ed un "simpatico villeggiante" affermò senza vergona, riferendosi agli uomini dello scorta, che "quello era il loro mestiere e sapevano a cosa andavano incontro"! Ma cosa erano: carne da macello oppure i nostri ideali in uniforme. Alcune settimane e ci saremo dimenticati anche di questi nostri ultimi caduti, come ci siamo già ci siamo dimenticati di quelli di Nassyria. Il caffè e la pasta alla mattina, le imprecazioni in fila per strada, il cellulare nuovo da usare mentre si guida, gli invidiosi sul lavoro, corri a prendere i bambini a scuola, le bancarelle a Natale ed i saldi di fine stagione. Tra qualche domenica ci sarà un tifoso allo stadio che inneggerà alla resistenza talebana, mentre alcuni siti internet già danzano sulle tombe dei caduti. Questa è civiltà? Per questo sono morti? Non erano solo soldati inviati con le armi a spiegare cosa è la libertà e tornati in una cassa avvolta nel tricolore. Se voglio veramente ricordare dignitosamente queste vittime, quelle passate e purtroppo anche quelle future, non bastano poche righe su questo blog o su qualsiasi sito internet. Devo vivere il mio quotidiano per difendere la mia libertà e quella degli altri; devo insegnare l'educazione ed il rispetto per il prossimo ai miei figli e non il conformismo ad ogni costo. Devo essere un portatore sano di civiltà. Ad ogni costo. Voglio destrami. Per questo sono morti!

domenica 20 settembre 2009

Aquiloni


Con soddisfazione vi invito a vedere il web album dedicato agli aquiloni. Una manifestazione del mese dell'ultima settimana dello scorso Maggio avvenuta a Tagliata di cervia in una splendida giornata di sole e di vento. Per accedere all'album è necessario cliccare sull'immagine di "picasa edansilo album" sulla destra del blog, quindi su "gallerie di Cosimo Loris" ed infine su "aquiloni".
Mi raccomando commentate commentate e commentate.

sabato 12 settembre 2009

Vincitori Concorso Fotografico Nazionale 2008

Un bel concorso fotografico al quale ho partecipato, con scarsa fortuna. Ma non mi arrendo e ci riprovo!

martedì 8 settembre 2009

Rossi vs Lorenzo

Dopo l'ennesima dimostrazione di determinazione del signor Rossi, le immaggini degli ultimi quattro giri più spettacolari di questo MotoGP 2009. E che ne pernsino tanti, chiunque va moto sa che il vero super sorpasso non è quello all'ultima curva, ma ci vuole molto più coraggio a superare Lorenzo staccando in fondo al rettilineo, passando in esterno a due giri dalla fine!!!!!

domenica 23 agosto 2009

Sant'Anna

Non so cosa ci sia di bello a Bardonecchia
la cappella del Thabor, le firme sul libro in cima alla Aiguille Rouge
le mie macchine fotografiche, i cuori sui sandali teutonici di Simona
la chitarra di Valerio, la vita nel ventre di Patrizia
le imitazioni di Gabriele, la cadenza romagnola di Claudia
la voce nel coro di Angela, i vestiti di Marco appesi fuori dalla porta
le previsioni meteo sul cellulare di Maurizio, la bancarella dei libri per Alessandra
gli scarponi di Armando che non si fermano mai, i calcoli esatti dell'i.pood di Mara
la fecondità di Barbara, la fede che gira al dito di Giovanni
le ricette di Elsa, i giochi intorno al fuoco
il suono della campana, i cuscini verdi dei bambini
la pietra dell'altare, la lettera di Sauro
So cosa è bello a Bardonecchia: noi.

giovedì 11 giugno 2009

Vigilia

E' difficile anche iniziarlo questo post. Sono troppe le sensazioni, l'umore che cambia. Scrivere di una vigilia attesa e temuta. Sento il peso di giornate riempite da azioni, pensieri, impegni e previsioni. Non è la prima volta che provo un'esperienza simile. Un'intervento di routine, tre o quattro giorni in ospedale con tecniche innovative e sicure. Ormai i tempi sono maturi. Il chirurgo mi è sembrato sicuro e preparato. Condiviamo anche la passione per la moto e ciò aiuta a dimezzare la mia tensione. Gli esami clinici sono terminati ed ho apprezzato la professionalità del personale infermieristico e medico, la puntualità e la disponibilità. Mi sono studiato attentamente il protocollo di accesso alla sala operatoria e ci ho scherzato pure. Mio padre e mia madre mi hanno dimostrato tutta la loro disponibilità e cerco di sfruttarla al meglio. Sia per dimostrargli riconoscenza che per riuscire ad ottenerne tutti i benefici personali. Un sostegno al coraggio. Ma l'attesa è l'attesa. Snervante. Mi ripeto che vorrei già essere al giorno dopo, anche al secondo dopo. L'anestesista è legalmente tenuto ad informarmi si ogni singola azione che viene compiuta sul mio corpo. Ascoltarla mi sembra masochistico, ma non le faccio una colpa, anzi mi dà sicurezza. Non ho voluto prendermi una pausa dal lavoro per non essere costretto a saggiare da vicino il tempo che passa. Dimostro finto disinteresse per coloro che mi raccontano di aver passato la medesima esperienza. Metto in ordine alcune cose della mia vita. Sistemo il garage, le piante nel terrazzo, lavo la moto con mio figlio, controllo l'attrezzatura fotografica. Faccio visita agli amici. Vado a scuola con i bambini a ritirare le pagelle. Mi riempio la mente di belle immagini, di odori e colori. Voglio dei pensiori belli: una morfina naturale alla tensione. Ciò nonostante mi sono visto più e più volte in quel corridoio, sul letto spinto dall'infermiere in camice verde. Pregare mi aiuta. Ho salutato i miei. Un bacio a Simona. Ho fatto gli esercizi di respirazione che mi hanno insegnato utilizando il più possibile il diaframma. Il tavolo operatorio è freddo ed anche l'aria condizionata non scherza. L'anestesista mi costringe a parlare per poter constatare quando mi addormento: gli rispondo che per farsi cancellare qualche multa ne riparliamo dopo, ma non riesco a finire la frase. Gli occhi si chiudono, buio. nulla. Una voce in camera che non riconosco mi risveglia, mi rassicura, poi dormo di nuovo. Fatto. Le "pillole del buon umore" mi vengono a trovare in camera. Mi alzo dal letto e usciamo in corridio fino alla sala di attesa. Di nuovo gli stessi odori, gli stessi colori, ma io sono diverso. Non solo nel fisico. Ho imparato dalla vita che non sono più sfortunato di colui che non ha mai avuto un malanno, di colui che non ha mai visto un ospedale, di colui che non ha mai provato sofferenza. In passato ho imprecato contro la mala sorte, un senso d'ingiustizia, una ribellione alla vita. Poi ho imparato. Almeno credo. Ho imparato che questa è la mia vita: fatta di gioie, ma anche di dolori, le une legate agli altri. Per quanto un uomo è tentato a fuggire dalle sofferenze, queste fanno parte non tanto del suo destino, ma ancor più della sua persona. E allora è necessario viverle per rinascere, per poter essere una persona nuova, diversa da quella di prima e possibilmente migliore. Ho imparato a vivere molto più dalle mie sofferenze, dai miei disagi e dalle mie sconfitte, che dalle mie vittorie. Così voglio vivere, affrontando la paura naturale del futuro, dell'imprevisto, senza mai fermarmi. Il resto non mi dato da conoscere, per mia fortuna. In televiosione il panorama è variopinto: Diane Keaton, Arnold Schwarzenegger, Michele Santoro, C.S.I., Zelig, Robin Williams e Robert de Niro. Vado a letto, domani è un giorno in meno.

martedì 5 maggio 2009

Andar piano

Frenesia, maledetta frenesia. Il tempo che ti sfugge dalle mani. Impegni da rimandare, promemoria che suonano al cellulare. Trenta minuti al masssimo per mangiare, quando sei fortunato. Cataloghi dei supermercati che fanno "offerte imperdibili"- "sottocosto"-"3X2", ma solo fino a domani. Appuntamenti da concordare, incontri casuali con amici con cui scusarsi perchè sei in ritardo, scadenze improrogabili. Bambini catapultati fuori dalle auto nei parcheggi delle scuole, auto in doppia fila con doppie freccie, scaltri conducenti di scooter che passano gli incroci con il rosso, autisti degli autobus legati da orari fissati per la corsa ad ogni singola fermata ove vengono rincorsi da pedoni urlanti, una colonna sonora di sirene, clacson e inutili imprecazioni. In nome di chi? Per che cosa? Che cosa mi perdo se rallento un attimo, se per una volta dico "no grazie" a qualcuno che non sia il lavavetri al semaforo? Posso usare il cellulare per avvisare del mio ritardo prima di partire e non mentro guido e rischio d'investire un pedone che farebbe meglio ad attraversare la strada senza l'MP3 alle orecchie ed aprendo gli occhi? Voglio leggere un libro in un parco, voglio mangiare nel terrazzo di casa mia qualcosa di semplice, ma preparata da me assaporando ogni boccone. E' iniziato questo tempo? La crisi economica non mi consente più di prendere alimenti in offerta da far deperire nel mio frigorifero, anzi posso valutare cosa sia essenziale per la mia vita. Il lato B di una catastrofe economica annunciata da tempo sui giornali di tutto il mondo. Avere finalmente il tempo di gustarsi anche quei particolari della vita resi sfuggenti dalle urgenze. Tutto ciò mi può migliorare la qualità della vita anche nei rapporti con gli altri. Questa non è solo un'occasione dal prendere al volo, ma un a scelta a lungo termine se possibile.

venerdì 10 aprile 2009

Ricominciare

Potrei apparire provocatorio e questo argomento certamente a molti non piace. Penso al terremoto in Abruzzo, dove tra l'altro mi è capitato di trascorrere periodi molto belli e sereni, tra arte e natura, ora in parte da ricostruire, con tutto l'orgoglio, la perserveranza ed il coraggio della gente di quei luoghi. Però un aiuto che va oltre al denaro, dato da persone invisibili che vogliono emergere perchè non dovrebbe essere consentito? In questo caso mi riferisco agli stranieri irregolari, assoldati dal caporalato in agricoltura ed edilizia per farli rimanere nella loro clandestinità onde sfruttarne i guadagni a basso costo. L'impegno civile per la ricosctruzione non ha pelle e non ha razza. Infatti, è capitato di aver ricevuto anche delle lezioni da questa gente: un pazzo in una stazione ferroviaria uccide in pieno giorno a martellate una donna che neanche conosceva; molti hanno visto e non sono intervenuti, tranne due clandestini africani che hanmno fermato l'autore del delitto e lo hanno consegnato alla Polizia. Sono coloro che non hanno denaro da donare a Bertolaso, ma solo braccia e volontà. Abbiamo un motore nascosto che non vede l'ora di essere montato sugli escavatori, sulle gru, sulle betoniere della ricosctruzione. In cambio potrebbero ottenere un permesso di soggiorno, un possibilità di vita migliore, non un indulto, ma un'emersione dallo sfruttamento della malavita. Semplicemente cogliere un'occasione per migliore questo paese mostrando solidarietà e buon senso. Possiamo rimette in piedi l'Abruzzo prima di quando si possa immaginare!

sabato 4 aprile 2009

Caccia il fucile

Dal Senato della Repubblica parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, ai parchi, alla nostra stessa sicurezza: un disegno di legge di totale liberalizzazione della caccia. E' firmato dal senatore Franco Orsi.
Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, abbattimenti di orsi, lupi, cani e gatti vaganti e tante altre nefandezze.
La legge 157/1992, l'unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere fatta a pezzi.
Questa la lista degli orrori.

• Sparisce l'interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna
L'Italia ha un patrimonio indisponibile, che è quello degli animali selvatici, alla cui tutela non è più interessato!
• Scompare la definizione di specie superprotette
Animali come il Lupo, l'Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale.
• Si apre la caccia lungo le rotte di migrazione
Un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori.
• Totale liberalizzazione dei richiami vivi
Sapete cosa sono i richiami vivi? Gli uccelli tenuti "prigionieri" in piccolissime gabbie per attirarne altri. Già oggi questa pessima pratica è consentita, seppure con limitazioni. Ma il senatore Orsi vuole liberalizzarla totalmente. Sarà possibile detenerne e utilizzarne un numero illimitato.
Spariranno gli anelli di riconoscimento per i richiami vivi. Sarà sufficiente un certificato. Uno per tutti! Tutte le specie di uccelli, cacciabili o non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi. Anche le peppole, i fringuelli, i pettirossi, ecc.
• 700 mila imbalsamatori
I cacciatori diventeranno automaticamente tassidermisti, senza dover rispettare alcuna procedura. Animali uccisi e imbalsamati senza regole. Quanti bracconieri entreranno in azione per catturare illegalmente animali selvatici e imbalsamarli?
• Mortificata la ricerca scientifica
L'Autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali.
Gli istituti regionali rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria.
Potenziale impossibilità di effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale.
• Si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili
Un'incredibile formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette!
Saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale!
Norma offensiva! Chi protegge "troppa" natura sarà punito. Come se creare parchi dove la gente e gli animali possano vivere e muoversi sereni, fosse un reato!
• Licenza di caccia a 16 anni
Invece che educare i ragazzi al rispetto, ecco a voi i fucili
• Leggi regionali per cacciare specie non cacciabili
Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell'Unione europea, non sono bastate due sentenze della Corte Costituzionale. Il senatore Orsi regalerà a Veneto e Lombardia, ovvero agli ultrà della caccia, la possibilità di continuare a cacciare specie non cacciabili, e di farlo con leggi regionali. E le multe europee le pagheremo noi!
• Caccia con neve e ghiaccio
Si potrà cacciare anche in presenza di neve e ghiaccio, cioè in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore.
• Ritorno all'utilizzo degli uccelli come zimbelli
Puro medioevo! Le civette legate per zampe e ali e utilizzate come esca!
• Ridotta la vigilanza venatoria
Le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza! Nel Paese con il tasso di bracconaggio tra i più alti d'Europa, cosa fa il Senatore Orsi? Riduce la vigilanza!

INVIA LA LETTERA DI PROTESTA!

Quella che ho appenna integralmente riportato è l'iniziativa dell'OIPA e credo che questa legge non piaccia molto nemmeno a quella specie, non ancora in via di estinzione, che risponde al "richiamo" di cacciatore. Se un cacciatore segue questa....... passione solo per l'ambito trofeo di un animale morto ed imbalsamato, a questo punto credo che il suo habitat naturale possa chiamarsi poligono per il tiro al piattello. Scrivo questo perchè da Settembre in avanti, mi capita sempre più spesso, mentre mi reco al lavoro, di vedere uomini che fanno scendere il proprio cane e crendono dal baule il fucile, sempre più vicini ai luoghi abitati. Sò esattamente cosa è un arma, sò cosa può fare e cosa non si deve fare con un arma. Ci vogliono anni per definrsi esperti nell'utilizzo di un fucile, ma grazie a questa legge lo potranno avere in mano anche dei minori! Per chiunque voglia inviare una lettera di protesta all'autore di questà proposta di legge non dovrà fare altro che cliccare sul titolo di questo post per arrivare al sito dell'OIPA.

giovedì 2 aprile 2009

Vittime

Non sempre una giornata piovosa, con problemi a trovar parcheggio e pochi stimoli si dimostra così inutile. Incerto se considerare la mattinata un ritardo sui miei impegni oppure l'occasione da cogliere per concedermi una pausa dalla consetudine logorante. Una serie di lezioni-conferenze per un aggiornamento professionale, nonchè un'occasione per incontrare colleghi con i quali si è avuto il piacere di lavorare in altre realtà. Purtroppo quando l'audizione inizia ci si sente lontani dall'oratore, sia per una distanza culturale, cattedratica sin troppo aulica, sia per un latente e dilagante scettiscimo. Probabilmente l'argomento potrebbe essere presentato in modo più interessante. Non è colpa di nessuno, appare solo una buona volontà non espressa al meglio. Fortunatamente nella seconda parte dell'incontro, inizia un'attività interattiva che porta ad uno scambio di opinioni, di pareri tra le teorie para-universitarie e l'esperienza professionale degli operatori di polizia. L'argomento dei maltrattamenti in famiglia, con particolare interesse rivolto ai coinvolgimenti emotivi e psicologici tra vittima e reo, a prescindere dalle modalità del reato, riesce a convogliare maggiormente l'interesse dei presenti. Poichè non siamo dei meri accertatori dei fatti, atti a reprimere le conseguenze di un reato, senza alcun coivolgimento nei singoli episodi, ci troviamo a fare delle deduzioni e a volte ad intraprendere delle iniziative che vanno oltre le nostre specifiche competenze. Malgrado l'interessamento dei servizi sociali e degli enti preposti che intervengono gioco forza con tempi prolungati, l'operatore di polizia è il primo interlocutore per le vittime di questi reati e deve mettere in campo tutta la sua professionalità basata quasi esclusivamente su decenni di esperienza lavorativa. Da questo archivio, fatto di verbali, scambio di opinioni negli uffici o da semplici eventi raccontati in servizio, si evidenzia lo squilibrio, sia sul piano processuale e che su quello umano, che esite tra vittima e reo. Infatti, per quanto attiene l'argomento trattato, la vittima si trova il più delle volte senza una casa, senza denaro, senza assistenza e sostegno quantomeno morale, mentre il reo, oltre ad ottenere numerosi benifici dalla normativa penale vigente, si ritiene lil più delle volte legittimato nelle sue azioni in base ad un retaggio culturale che ormai va ben oltre gli stereotipi del sud d'Italia piuttosto che del sud Mondo. La violenza fisica o psicologica viene così ritenuta nell'ambito familiare l'altra faccia di moneta necessaria, un metodo coericitivo utile al compimento del previsto destino di una coppia, non permettendo uno scambio sereno di opinioni. Ma quando la vittima trova il coraggio di forzare questa situazione, subisce il disagio maggiore fatto di burocrazia ed orecchie incerte e non in grado di ascoltare. Infatti, ogni operatore agisce in coscienza influenzato anche dal proprio quotidiano familiare; benchè sia tenuto ad accertare una situazione di fatto, fa comunque delle valutazioni basate sulle recriminazioni tra le parti, sulle contraddizioni, sui gesti, sui modi di esprimersi, sulla constatazione oggettiva di eventuali lesioni, ma anche sulla propria esperienza. Ogni tentativo di portare nell'immediato ad un confronto pacifico, non lesivo della persona e della dignità altrui, risente di considerazioni non esplicite dell'uomo o della donna, del poliziotto o della poliziotta, del medico o dell'infermiera e così via. Il rischio è di un processo degenerativo della sensibilità, necessario per la sopravvivenza dell'operatore, ma a volte lesivo della dignità del richiedente. Un cinismo professionale da monitorare per valutare l'incidenza sia sul quotidiano che nella dimensione culturale della professione. L'intolleranza alle "sostanze tossiche" di una qualsiasi professione si manifesta in vari modi: delegando altre persone od altri enti, ricercando un capro espiatorio, la formazione di clan, perfino l'attesa del messia. Tutto ciò costituisce la differenza tra sopravvivere alla professione ed il vivere la professione, che si ripercuote anch'essa sulla vittima nella sua delusione e nella richiesta di aiuto. Finiscono in secondo piano quelle che sono le virtù dell'operatore che non riescie più ad utilizzare pienamente: i saperi tecnici ed operativi, il registro comunicativo, la capacità di lettura delle sitiuzioni di tipo intuitivo, ma anche emotivo, il carattere e la consapevolezza del proprio ruolo. Quello che si rende necessario è quindi un rivoluzione culturale, di fatto molto più potente ed efficace di qualsiasi rivoluzione politica e sociale. Gli ospedali, i Commissariati, le Caserme, le scuole e le città non sono più quelle di vent'anni fà, ma ciò non toglie che il rispetto, la dignità ed il senso del bene comune debbano essere considerati dei valori di serie B. Volontà, volontà, volontà.

sabato 21 marzo 2009

Liberi tutti

Primo giorno di primavera, per un vita di speranza. Speranza in corso nuovo, di giustizia e legalità. Ma soprattutto di coraggio. Quel poco di coragggio in più per sentirsi veramente vivi e liberi. Liberi da ogni tipo di mafia che imprigiona ogni pensiero, ogni aspirazione, ogni sogno.

giovedì 19 marzo 2009

Giacobazzi Muratore

In virtù delle proproste di legge dell'attuale Governo per incentivare la piccola edilizia, una chicca di Giacobazzi a tema. Tanto per tirare un poco su il morale.

venerdì 27 febbraio 2009

Onorata carriera


Diciasette anni di onorata carriera terminano oggi. In una concessionaria romagnola, vittima degli incentivi statali, per aiutare più la Fiat che i consumatori. Destinata alla rottamazione, l'ho salutata in quel piazzale mentre facevo il trasloco delle poche cose che ancora mi servivano. Il cuscino sulla cintura sul quale si appoggiava Edoardo a dormire, il crocifisso a calmite nel cruscotto, il portacellulare a ventosa aderente al parabrezza. Sembrava che non si volessero straccare, affezzionati alla loro dimora per anni ed insofferenti all'odore di plastica nuova alla quale erano destinati. Mentre ero impegnato in questo doloroso e doveroso trasbordo, si è avvicinato un ragazzo di campagna e, rivolgendosi al venditore della concessionaria, gli ha chiesto informazioni su di lei. -"Questa no, è da rottamare"- gli ha risposto. Che fitta al fegato! L'ho richiusa e ho consegnato tutte le chiavi all'impegata nel suo ufficio. Non mi è venuto da dirle "trattatela bene" per non sembrare patetico, più di quello che già apparivo agli occhi di tutti. Sono partito e giunto fuori dal parcheggio ho dato un'occhiata dallo specchio retrovisore. Altra fitta al fegato. Meglio allontanarsi in fretta prima che sia necessario il più vicino Pronto Soccorso. Sono tornato a Bologna cercando i punti a favore della nuova macchina e evitando se possibile i paragoni. Inutile. Certo non è peggiore di lei, ma non è la stessa cosa. Sono andato in giro a prendermi i complimenti e a promettere che avrei pagato da bere al mondo per non incorrere in tragedie scaramantiche. Poi mi sono accorto che mi ero dimenticato un telecomando dentro alla "mia Alfa". Inconsciamente l'avrò fatto apposta. Ho chiamato al telefono la concessionaria ed all'impiegata ho chiesto se era ancora là? Ahi, ancora il fegato. Mi ha fatto la cortesia di prendere il telecomando dall'abitacolo con la promessa di andare quanto prima a ritirarlo. Alcuni giorni fà l'avevo portata al lavaggio; tutta pulita l'avevo fotografata. Mi si è avvicinato uno zingaro e mi ha chiesto -"Capo..... la vendi"-. A te..... mai! Sono risalito e l'ho salutato con cenno, certo che un giorno o l'altro l'avrei ricontrato per le strade di Bologna. Così stasera ho aperto il blog e mi è sembrato giusto postare di lei. Centottantamila chilometri in giro per l'Italia. Ha visto alcune officine, per fortuna non troppe e non tutte con il dovuto riguardo. Mi sono sentito dire al telefono -"Guardi la spesa è notevole, ne vale la pena?" - "Certo, ci devono prendere la patente i miei figli!"-. Aveva sia i cerchi in lega per l'estate che le gomme da neve per l'inverno. Ad una cerimonia su una collina innevata aveva sbeffeggiato tutti quei Suv che slittavano lentamente verso il burrone, con i loro autisti in giacca e cravatta che tentavano di spingerli al centro della strada e le mogli al volante che controsterzavano nel tentativo di diventare vedove allegre. Ho aspettato che terminassero le imprecazioni degli Unni eleganti e sono salito in tutta sicurezza eccitando la loro isterica invidia. Che spettacolo! Qualcuno mi ha anche chiesto un passaggio, nel timore di dover lasciare la propria vettura abbandonata dov'era. Motore Boxer 1.300 cc. Ricordo ancora la pubblicità in televisione con un cane boxer che mostrava tutta la sua attleticità correndo dietro all'Alfa. Spesso mi sono sentito dire -"Non li fanno più motori così!"- In quel motore con il suo tipico suono rauco, l'asta dell'olio era quasi inacessibile. Ci voleva la mano di una geisha per raggiungerla e una volta tolta non vedevi più il foro dove infilarla. Per cambiarle le candele dovevi metterla su un ponte ed arrivarci da sotto. Non aveva l'aria condizionata, ma un tettucio apribile che le sere d'estate con la tua bella ci vedevi le stelle. E poi lei è stata la prima nostra macchina. Destinata solo a me ed alla Simona. I sedili erano bassi e un pò scomodi. Ma chi se ne importa quando stai baciando il tuo amore. A volte picchiavi anche la testa contro lo specchio retrovisore. Le sue disavventure: un paio di tamponamenti e quel simpaticone che uscendo da un parcheggio le aveva rotto un fanalino, ma tanto è vecchia e non meritava rispetto. Anche se non so chi sei, di certo non ringiovanisci e presto sarai pure tu sarai vecchio. La mia Alfa era così vecchia che spesso la Polizia Municipale ci fermva al Giovedì. Macchiana revisionata e circolante a metano. "Buongiorno e grazie". Fa sempre piacere un augurio di una buona giornata ogni tanto e non avevo nemmeno fretta. Non dovevo rispettare fasce di orario oppure guardare il calendario prima di uscire. Nessuno stress. Solo partire e portati in giro. Questo ha fatto per diciasette anni.

lunedì 23 febbraio 2009

Zelig Giacobazzi

Lo zio ed il 118

mercoledì 18 febbraio 2009

I cento passi - se sei obiettivo fotografala e sviluppala

Amo andare da solo a fare foto, mi aiuta a riflettere, ma questo aiutante mi aiuterebbe a ridere. Per fortuna che con il cavalletto la foto non viene mossa.

venerdì 13 febbraio 2009

Occhio, Pinocchio


lunedì 9 febbraio 2009

Eluana

venerdì 6 febbraio 2009

Tornar bambini

Tra una settimana dovrebbe arrivare. Era da tempo che ci pensavo. Spresso navigavo su e.bay e consultavo le pagine dedicate, i prezzi, le foto. Googoleggiavo per cercare informazioni e soddisfrare uno spicchio di nostalgia. Avrò avuto sette o otto anni la prima volta che l'ho visto a casa di un mio compagno di scuola. Si chiamava Gabriele ed aveva un fratello molto maggiore e quindi poco simpatico. Ci permetteva solo di sederci a circa un metro dal tavolo, non più vicino, perchè lui ed i suoi amici dovevano aver lo spazio sufficiente per girarci attorno. Non un fiato per non togliere la concentrazione, solo guardare con le pupille più dilatate possibile per cogliere ogni piccolo particolare. Gli spettatori in tribuna, le transenne, i giornalisti ed i raccattapalle sul bordo campo, le bandierine dei corner e la torretta della telecamera. Non mancava nulla. Mamma mia che voglia di toccarli, di criccare, di imparare tutti quei trucchi. Ma niente. Ero parecchio indeciso e mi sentivo un pò ridicolo, fino a quando alcuni giorni fà due episodi mi hanno dato la spinta definitiva. Venerdì sera partita di calcio a sette, nello spogliatoio sono uno dei primi e mentre mi sto cambiando entrano due miei coetani se non oltre. Appoggiano le borse e senza nemmeno togliersi le giacche iniziano a confabulare. Incuriosito comincio ad osservarli: hanno le mani impegnate e il capo chino. - "Oh, ma quanti scudetti hai della Fiorentina?" - "Ogni busta ne becco uno!" Mi viene da sorridere, ci mancava solo la vecchia cantilena del "ceilo, cielo, manca, cielo.....". Confessano che ad inizio stagione hanno fatto l'abbonamento allo stadio per vedere le partite del Bologna e gli hanno regalato lo storico album delle figurine Panini; da allora sempre in edicola come una volta a comprare bustine. Oratorio di Sant'Andrea di Castel Maggiore: i bambini giocano e fanno attività, i catechisti li seguono e gli adulti chiaccherano. Ad un certo punto arriva Vincenzo con la mitica scatola. In cinque cerchiamo "in camuffa" una sala libera e tranquilla. stendiamo il panno, fissiamo le porte e stabiliamo tempi e modi del mini torneo. Finalmente ho criccato anch'io e ho fatto pena. Sono arrivato ultimo, ma ho giocato a subbuteoooooooooooooo!!!!

giovedì 22 gennaio 2009

Giuseppe Giacobazzi - ragazzino con il motorino(1993)

Una delle prime performance del mitico Giacobazzi, il mitico ragazzino con lo scuterino. Da queste parti se la ricordano anche i pensionati del cral!

mercoledì 7 gennaio 2009

Test Audiometrico Norvegese

Da ascoltare fino in fondo per esprimere un giudizio, basta cliccare sul titolo oppure copiare l'URL: http://www.horselstest.no/

lunedì 5 gennaio 2009

La stella di Natale

Lui dormiva splendente
in una mangiatoia di quercia
come un raggio di luna;
invece di calde pelli di pecora
l'alito d'un asino e d'un bue.
I pastori nell'ombra,
in qel buio di stalla,
sussurravano attoniti.....
A un tratto qualcuno si scostò:
nel vano della porta, sulla soglia
come in visita alla Vergine,
guardava la stella di Natale

B. Pasternak

domenica 28 dicembre 2008

Mariastella Gelmini presenta il suo canale su Youtube

Commentando con parenti ed amici le vicissitudini scolastiche di Edoardo ed Annalisa, ci siamo trovati a parlare di Mary Star e della scuola di oggi. Certo questa riforma ha avuto per così dire il privilegio di mettere d'accordo sia gli insegnanti, sia i genitori, che gli alunni contro "il ministro", il quale altro non è che un mero strumento contro i tagli più che autore di una riforma a questo punto più che mai necessaria. In questa storia italiana quello che non mancano sono le ipocresie da entrambi i fronti. Per mia fortuna ho avuto occassione di ascoltare diverse campane da diversi campanili. Fermo restando il disagio degli insegnanti precari, che come altri lavoratori di questo tempo di crisi economica, non possono fare programmi sia breve che a lungo termine e la considerazione che, come in altri ambienti della Pubblica Amministrazione, stiamo pagando gli errori derivanti dagli sprechi sia economici che in risorse umane, i cui responsabili se ne lavano candidamente le mani, non mi dispero all'ipotesi di riforma proposta dalla maggioranza di governo, ma nemmeno me ne rallegro. Potrebbe sembrare sin troppo semplice questo atteggiamento, ma ho fatto alcune considerazioni oggettive. Quello a cui ho assistito prima della riforma, erano genitori la cui preoccupazione principale era quella di inserire i figli nelle classi (moduolo o tempo pieno) più idonee per tipo di orario ai propri impegni, per poi disinteressarsi delle comunicazioni degli insegnanti od addirittura a rivolgersi ad organi giudiziari se il proprio figlio viene punito troppo severamente. Dall'altra parte della barricata (termine quanto mai brutale, ma calzante in talune classi) alcuni insegnanti intimoriti o stanchi di doversi confrontare con rissosi elementi (studenti o genitori che siano) finiscono per arrendersi al loro volere, tanto "finiti questi cinque anni chi ti rivede più!" Ma ora hanno trovato un bene comune da difendere: il proprio orticello di benessere, di intoccabli privilegi. Questi che in passato non hanno avuto il coraggio di impegnarsi per una scuola migliore, ora scendono in piazza ad affiancare coloro che vermanete rischiano il proprio posto di lavoro contro una riforma che è chiaramente dettata da un bilancio al limite del fallimento. Non facciamo i finti tonti: lo stato patrimoniale della Pubblica Istruzione e le relative cause sono note da tempo, ma che cosa si è fatto. Nulla, "tanto mi figlio è già all'ultimo anno", "tanto l'Italia è sempre andata così"! Per questo, la movimentazione di massa perde di credibilità. Per non parlare di un Governo che si lamenta delle casse vuote, per poi finanziare l'Alitalia e gli istituti scolastici privati. Ma stiamo veramente facendo la cosa giusta per la scuola? Non sarebbe più necessario un recupero dei ruoli da una parte e dall'altra, un ritorno alle proprie responsabilità, un'attenzione ai segnali di disagio, una reale collaborazione per un fine comune a lungo termine. Se dobbiamo entrare nella scuola non è per occuparla, ma per occuparcene, per rimboccarci le maniche con coraggio, per dimostrare a chi ci segue che sappiamo prenderci delle reali responsabilità. In tutti i ruoli abbiamo perso il senso del bene comune che dobbiamo recupare al più presto per dare un esempio e una speranza alle future generazioni.-

giovedì 25 dicembre 2008

Buon Natale

Le luminarie in città, gli addobbi dell'Ikea, le feste della scuola, "oggi chi sta con i bambini",
i doni sotto l'albero presi in anticipo per evitare file alle casse e comunque qualcosa te lo sei dimenticato,
gli auguri ai colleghi prima di andare a casa, gli sms degli amici vicini e le e.mail di quelli lontano,
il magazzino di Marcone addobbato a festa e affollato di amici, il mascarpone della Barbara,
il pesce alla vigiglia e " una poltrona per due" alla televisione,
la sveglia presto alla mattina nonostante sia festa, la carta dei regali e la sorpresa dei piccoli,
il pandoro pucciato nel latte che sbrodola sotto il mento e la messa con il bambino Gesù,
le nonne che sono felici di esserci questo Natale, ma che si disperano pensando che sia l'ultimo,
un pensiero a Sauro, i buoni propositi di molti e le opere buone di pochi,
il buon umore di Ivo, Raul e Giorgio, Edo che salta addosso a Daniele, Annalisa che abbraccia la Federica,
la mia macchina fotografica e gli album sfogliati sul divano,
il tiramisu della Norma e una puntina di effervescente Brioschi in mezzo bicchiere d'acqua alla sera altrimenti non dormo,
i compiti delle vacanze ancora in pigiama, ma al pomeriggio tutti a fare un giro,
quello che dovevi fare prima della fine dell'anno..... eh va bè
e se anche non sarà per sempre così, comunque e con affetto un Buon Natale a tutti

venerdì 12 dicembre 2008

barbetta

Era un appuntamento frequente. Turnisti, operai, studenti o semplici casalinghe in giro a fare la spesa. Comunque si passava da barbetta. Così lo avevamo definito per la sua folta barba, mai diventata bianca, non molto alto con quel minimo di benessere nel giro vita e la sua andatura da "brisa furia eh". La sua specialità: il trancio di rossa. La sua misura era calibrata sulle mille lire. Entravi in bottega e chiedevi un pezzo da mille con salame piccante o salsa rosa a secondo dei gusti. Quasi tutti quelli sopra i trent'anni la mangiavano senza uscire, tanto per fare due chiacchere con il barbetta ed avere la sua opinione sulla stagione dei funghi in montagna. La moglie arrivava presto ogni mattina a servire dietro il bancone, ma lui era già al forno alle quattro del mattino e tirava dritto fino alla "mezza". Volevo fare delle foto al pane, da utilizzare per un concorso oppure per partecipare ad una mostra fotografica e gli ho chiesto se potevo bisturbarlo. "Vieni quando vuoi, tanto sono qui!". Attrezzatura, pellicola, cavalletto e con via di Corticella ancora al buio, entrai dal retro dove lui mi aspettava. Feci molti scatti mentre lui faticava e non poco. Giunta l'ora di sfornare, prese la paletta e comiciò a stendere il pane sui ripiani. In quel momento si vedeva la soddisfazione nel suo sorriso sotto i baffi. Sviluppo e stampa in bianco e nero e la soddisfazione fu allora la mia. Gli regalai per riconoscenza un bel ingrandimento. Ora il forno di barbetta lo gestiscono due ragazzi, ma la piazza rossa è ancora presente. Solo lui non c'è. Avevo saputo dell'incidente in bicicletta avvenuto non molto lontano dalla bottega. Si era ritirato in pensione da non molto, ma ogni tanto lo si rivedeva da questa parte del bancone. Oggi in bottega ho visto che i ragazzi, che forse una volta erano stati suoi clienti, hanno appeso una foto di un uomo sorridente, vestito di bianco con la paletta in mano davanti al suo forno caldo pieno di pane. E' stato un piacere Renato.

giovedì 20 novembre 2008

giovedì 13 novembre 2008

Una speranza

"Uno straordinario miracolo della medicina, quello compiuto all’ospedale della Berlin Charité Medical university, su un paziente americano affetto da leucemia e Aids. Un trapianto di midollo ha infatti guarito l’uomo da entrambe le gravi malattie.

A diffondere la notizia è stato il Wall Street Journal. A distanza di seicento giorni dall’avvenuto trapianto, il degente non riportava traccia alcuna delle patologie, malgrado avesse interrotto le rispettive terapie farmacologiche.
I medici spiegano questo successo con il particolare tipo di Dna del donatore di midollo, reso immune al virus dell’Hiv, grazie alla creazione di una mutazione genetica indotta da staminali
E’ presto tuttavia per cantare vittoria, dal momento che il virus dell’Hiv sa nascondersi e adattarsi bene e potrebbe essere sopravvissuto nell’organismo del paziente. Nonostante ciò, il caso, senza precedenti nella storia dei trapianti, sembra aprire una speranza concreta per nuove terapie contro l’Aids." trapiantate.

Questa è la notizia e questo è il mio pensiero: qualsiasi persona inserita nella banca dati dei possibili donatori di midollo osseo è certamente lieta di apprendere che la propria disponibilità può migliorare, forse ancora di più, la qualità della vita di un malato spesso terminale. Però questa sperimentazione prevede due aspetti non da poco: la mutazione genetica e l'uso delle cellule staminali. Il mio timore è che questo provochi la coscienza morale e religiosa di medici dediti alla sperimentazione, ovvero alla cura e somministrazione di terapie e nella peggiore delle ipotesi dei donatori di midollo osseo. Sempre più spesso per fatti di cronaca, mi trovo a confrontarmi (e non sempre a scontrarmi) con le posizione che la Chiesa prende sulla tema della vita umana. Trovo davvero difficile prendere una posizione chiara e definitiva, probabilmente per la difficoltà reale di condividere e comprendere la disperazione di un'esistenza limitata da una sofferenza. Da una parte c'è chi chiede ad organi giudiziari di porre fine a una storia e all'opposto chi tenta in un laboratorio di cambiarla. Per quanto scontata, sembra fin troppo semplice chiudere il dilemma con una frase del tipo: " mi ci dovrei trovare per sapere cosa fare". E' scontato che malgrado qualsiasi scomunica possa ipotizzare la Santa Sede, non è pensabile che qualsiasi scienziato non sperimenti le proprie intuizioni scientifiche col fine per lui più giustificato. E nemmeno si può chiedere ad un organo religioso di andare contro la propria fede. Ma si può controllare oppure guidare sui binari del buon senso questo fenomeno? Nello specifico suppongo che le cellule staminali utilizzate per la guarigione di questo paziente non provengano da embrioni, ma non posso nemmeno escludere che il suo successo non sia estraneo da precedenti studi e sperimentazioni su cellule embrionali. Ed infine la mutazione genetica, la facoltà di uno scienziato di modificare il destino di un essere umano già dalla sua condizione fetale? Negare una vita dignitosa priva di malattie geneticamente trasmissibili oppure modificare il DNA per regalare a un genitore un prole di prima scelta in ogni particolare morfologico. Purtroppo il concedere una speranza non può assolutamente escludere l'altra. Sono due facce di una stessa medaglia.

martedì 11 novembre 2008

ironico, ma non troppo

Piccolo (si fà per dire) concorso fotografico fuori dal comune. Infatti non è richiesta una grande perizia con lo scatto. Semplicemente di fare denuncia: con qualsiasi tipo di immagine, digitale, analogica o MMS mostrare l'imballaggio più inutile al mondo. Il tema decisamente mi piace e ne avevo già accennato nel post "entropia". Tenuto conto che ho sempre acquistato macchine fotografiche usate, per me sarebbe un successo riuscire a immortalarne la scatola, magari di quella digitale che non uso mai. Oppure posso fotografare le scatole delle pellicole 35 mm che oramai non si trovano più nemmeno ai supermercati. Ancora meglio, gli antivirus per PC imballati in custodie da vocabolario, per poi contenere solo un CD che a fine anno è già da buttare. Pazzesco.

domenica 9 novembre 2008

giù al Nord


Era da tempo che non andavo al cinema, ma di vedere l'ennesima sagra di Hight School non ne avevo davvero voglia. Così grazie alle multisale, al nulla osta concesso dalle consorti commosse dal supplizio condiviso dai propri mariti, abbiamo deviato nella sala di proiezione di un film francese notevolissimo. Premetto di non essere un amante della cimatografia francese, che a parte "La cena dei cretini" e "Le avventure della pantera rosa" è sempre stata per mio conto un ottimo metodo per combattere l'insonnia. Ma si è ampiamente riscattata. Un commediata semplice fatta sui luoghi comuni, con attori non solo bravi, ma certamenti adatti per la loro fisionomia e per la mimica tipica del linguaggio d'oltralpe. Gran bella serata!

giovedì 6 novembre 2008

la futura generazione


A adesso, cosa ci darà quest'uomo? E' stato nominato, quasi a furor di popolo, a cambiare le sorti dello Stato più potente del mondo e di conseguenza ad influenzare anche le nostre. Certo un effetto positivo lo ha già avuto, perchè negli Stati Uniti era decisamente di moda l'astensionismo alle urne. Se non altro nella partecipazione al voto l'Italia si è trovata, sopratutto ultimamente, in alto alle classifiche mondiali, ma finalmente anche gli americani hanno spento il televisore e sono andati ai seggi senza arrendersi davanti alle lunghe file. Bene, ma adesso. Quanto peso è stato riposto sulle spalle di quest'uomo. Forse gli americani si sono resi conto di essere un poco antipatici al mondo e hanno voluto rinnovare l'immagine? Oppure credono veramente in un cambiamento radicale? Ma qui non si tratta di un'operazione di marketing. Bisogna realmente rimboccarsi le maniche per risalire la china: crisi economica, ambiente, guerre, diritti civili. Se Obama riesce in tutto questo, si merita quanto meno un premio Nobel, ma non è facile. Per certi versi, al sua situazione mi sembra speculare a quella in cui si è trovato Giovanni Paolo II. Perchè, frutto di una notevole personalità, le opere del Magno Karol sono andate ben oltre ogni aspettativa del conclave, modificando addirittura la geopolitica mondiale. Al contrario dal Presidente degli Stati Uniti d'America ci si aspetta tutto e subito. Per quanto sia così antisonante e sinonimo di forza il ruolo istituzionale di questo giovane uomo politico frutto di una nuova generazione, egli dovrà comunque rendere conto a coloro che hanno finanziato la sua campagna elettorale. E' stato così in passato e difficilmente cambierà ora. Il giusto riconoscimento dal mondo se lo meriterà solo quando saprà dire di no. Il peso delle proprie scelte è a volte difficile da affrontare nel nostro quotidiano, figurarsi seduti alla Casa Bianca. Sembra difficile peggiorare l'attuale situazione e anche l'alternanza naturale della storia tra "carestie" e "prosperità" sono a favore di Obama, ma può non bastare a creare le basi di rinascimento. Può avere anche ottime iniziative, ma se non viene seguito dal mondo tali rimangono. Infatti, rispetto alla ormai precedente amministrazione Bush, questo nuovo corso politico dovrà necessariamente rendersi contro che non può imporre le proprie scelte al mondo, ma condividerle e dialogare con tutti, senza più sentirsi minacciato. Questa probalbilmente dovrà essere la dote del nuovo Presidente: saper coinvolgere i leader del mondo in armonia, diffidando anche dai falsi amici che salgono sul carro dei vincitori. In poche parole cercare più la pace che la guerra. Ne abbiamo decisamente bisogno.

venerdì 31 ottobre 2008

i giochi di ed


comet



devilfenix


l'elictricante


la mistica falena


un piccolo mercatino di scambio per tutti i bambini appassionati dei gormiti

giovedì 30 ottobre 2008

astensione forzata

Più di un mese senza blog. Quasi una quarantena provocata da un dissidio con il fornitore del servizio adsl, ma non intendo entrare in desolanti particolari. Voglio solo esternare la mia soddisfazione di esserci di nuovo. qui seduto davanti al monitor, pronto a postare notizie, foto, curiosità o solo pensieri. E' un passatempo che mi è un pò mancato. Un momento per staccare dallo stress del lavoro. Ringrazio comunque chi ha visitato edansilo e chi lo farà ancora.

giovedì 18 settembre 2008

per tania ricetta della piadina

ingredienti: 1Kg di farina, 1 dose di lievito (circa 30gr.), latte quanto basta per impastare (circa 0,5 litri), 1 etto di strutto, 1 cucchiaio di sale, 1 cucchiaino di miele.
preparazione: impastare tra loro tutti gli ingredienti, formare una palla e lasciare riposare per almeno 1 ora l'impasto ottenuto coprendolo con una ciotola di vetro, plastica o con un telo di cotone umido ( non deve passare l'aria). Fare delle piccole palline e stenderle col mattarello.
Ricorda di mantenere l'impasto morbido perchè si tira meglio e non fare le piadine troppo sottili.
Le piadine si cuociono con una pentola antiaderente.

Il Sogno - Primo Tempo

corto amatoriale

Il Sogno - Secondo Tempo

Corto amatoriale

giovedì 4 settembre 2008

40

Yahoo! Avatars
Sono arrivati. Non è che li aspettassi con ansia. Anzi, ci stavo ancora bene con i miei 39. Ma ormai non ci posso fare nulla. Solo prenderne atto. Me li sento tutti, uno sull'altro i miei 40 anni. Sarei un bugiardo se dicessi che non mi pesano. Ma non sono stati poi così male: mi sono tolto le mie soddisfazioni e non mi recrimino nulla. Ho goduto di periodi belli ed ho affrontato quelli meno appaganti. Sono cresciuto con i miei problemi. Per cui mi ritengo un uomo fortunato e mi sono fatto un regalo. Ho creato un avatar, abbastanza somigliante benchè più giovane. L'importante è sorridere anche sotto la pioggia.