Sia benvenuto ogni visitatore di questo Blog

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si parte da qui con alcune immagini per vedere dove questo mezzo di comunicazione ci può portare
non per nulla chi usa internet viene definito un .... navigatore

venerdì 27 febbraio 2009

Onorata carriera


Diciasette anni di onorata carriera terminano oggi. In una concessionaria romagnola, vittima degli incentivi statali, per aiutare più la Fiat che i consumatori. Destinata alla rottamazione, l'ho salutata in quel piazzale mentre facevo il trasloco delle poche cose che ancora mi servivano. Il cuscino sulla cintura sul quale si appoggiava Edoardo a dormire, il crocifisso a calmite nel cruscotto, il portacellulare a ventosa aderente al parabrezza. Sembrava che non si volessero straccare, affezzionati alla loro dimora per anni ed insofferenti all'odore di plastica nuova alla quale erano destinati. Mentre ero impegnato in questo doloroso e doveroso trasbordo, si è avvicinato un ragazzo di campagna e, rivolgendosi al venditore della concessionaria, gli ha chiesto informazioni su di lei. -"Questa no, è da rottamare"- gli ha risposto. Che fitta al fegato! L'ho richiusa e ho consegnato tutte le chiavi all'impegata nel suo ufficio. Non mi è venuto da dirle "trattatela bene" per non sembrare patetico, più di quello che già apparivo agli occhi di tutti. Sono partito e giunto fuori dal parcheggio ho dato un'occhiata dallo specchio retrovisore. Altra fitta al fegato. Meglio allontanarsi in fretta prima che sia necessario il più vicino Pronto Soccorso. Sono tornato a Bologna cercando i punti a favore della nuova macchina e evitando se possibile i paragoni. Inutile. Certo non è peggiore di lei, ma non è la stessa cosa. Sono andato in giro a prendermi i complimenti e a promettere che avrei pagato da bere al mondo per non incorrere in tragedie scaramantiche. Poi mi sono accorto che mi ero dimenticato un telecomando dentro alla "mia Alfa". Inconsciamente l'avrò fatto apposta. Ho chiamato al telefono la concessionaria ed all'impiegata ho chiesto se era ancora là? Ahi, ancora il fegato. Mi ha fatto la cortesia di prendere il telecomando dall'abitacolo con la promessa di andare quanto prima a ritirarlo. Alcuni giorni fà l'avevo portata al lavaggio; tutta pulita l'avevo fotografata. Mi si è avvicinato uno zingaro e mi ha chiesto -"Capo..... la vendi"-. A te..... mai! Sono risalito e l'ho salutato con cenno, certo che un giorno o l'altro l'avrei ricontrato per le strade di Bologna. Così stasera ho aperto il blog e mi è sembrato giusto postare di lei. Centottantamila chilometri in giro per l'Italia. Ha visto alcune officine, per fortuna non troppe e non tutte con il dovuto riguardo. Mi sono sentito dire al telefono -"Guardi la spesa è notevole, ne vale la pena?" - "Certo, ci devono prendere la patente i miei figli!"-. Aveva sia i cerchi in lega per l'estate che le gomme da neve per l'inverno. Ad una cerimonia su una collina innevata aveva sbeffeggiato tutti quei Suv che slittavano lentamente verso il burrone, con i loro autisti in giacca e cravatta che tentavano di spingerli al centro della strada e le mogli al volante che controsterzavano nel tentativo di diventare vedove allegre. Ho aspettato che terminassero le imprecazioni degli Unni eleganti e sono salito in tutta sicurezza eccitando la loro isterica invidia. Che spettacolo! Qualcuno mi ha anche chiesto un passaggio, nel timore di dover lasciare la propria vettura abbandonata dov'era. Motore Boxer 1.300 cc. Ricordo ancora la pubblicità in televisione con un cane boxer che mostrava tutta la sua attleticità correndo dietro all'Alfa. Spesso mi sono sentito dire -"Non li fanno più motori così!"- In quel motore con il suo tipico suono rauco, l'asta dell'olio era quasi inacessibile. Ci voleva la mano di una geisha per raggiungerla e una volta tolta non vedevi più il foro dove infilarla. Per cambiarle le candele dovevi metterla su un ponte ed arrivarci da sotto. Non aveva l'aria condizionata, ma un tettucio apribile che le sere d'estate con la tua bella ci vedevi le stelle. E poi lei è stata la prima nostra macchina. Destinata solo a me ed alla Simona. I sedili erano bassi e un pò scomodi. Ma chi se ne importa quando stai baciando il tuo amore. A volte picchiavi anche la testa contro lo specchio retrovisore. Le sue disavventure: un paio di tamponamenti e quel simpaticone che uscendo da un parcheggio le aveva rotto un fanalino, ma tanto è vecchia e non meritava rispetto. Anche se non so chi sei, di certo non ringiovanisci e presto sarai pure tu sarai vecchio. La mia Alfa era così vecchia che spesso la Polizia Municipale ci fermva al Giovedì. Macchiana revisionata e circolante a metano. "Buongiorno e grazie". Fa sempre piacere un augurio di una buona giornata ogni tanto e non avevo nemmeno fretta. Non dovevo rispettare fasce di orario oppure guardare il calendario prima di uscire. Nessuno stress. Solo partire e portati in giro. Questo ha fatto per diciasette anni.

lunedì 23 febbraio 2009

Zelig Giacobazzi

Lo zio ed il 118

mercoledì 18 febbraio 2009

I cento passi - se sei obiettivo fotografala e sviluppala

Amo andare da solo a fare foto, mi aiuta a riflettere, ma questo aiutante mi aiuterebbe a ridere. Per fortuna che con il cavalletto la foto non viene mossa.

venerdì 13 febbraio 2009

Occhio, Pinocchio


lunedì 9 febbraio 2009

Eluana

venerdì 6 febbraio 2009

Tornar bambini

Tra una settimana dovrebbe arrivare. Era da tempo che ci pensavo. Spresso navigavo su e.bay e consultavo le pagine dedicate, i prezzi, le foto. Googoleggiavo per cercare informazioni e soddisfrare uno spicchio di nostalgia. Avrò avuto sette o otto anni la prima volta che l'ho visto a casa di un mio compagno di scuola. Si chiamava Gabriele ed aveva un fratello molto maggiore e quindi poco simpatico. Ci permetteva solo di sederci a circa un metro dal tavolo, non più vicino, perchè lui ed i suoi amici dovevano aver lo spazio sufficiente per girarci attorno. Non un fiato per non togliere la concentrazione, solo guardare con le pupille più dilatate possibile per cogliere ogni piccolo particolare. Gli spettatori in tribuna, le transenne, i giornalisti ed i raccattapalle sul bordo campo, le bandierine dei corner e la torretta della telecamera. Non mancava nulla. Mamma mia che voglia di toccarli, di criccare, di imparare tutti quei trucchi. Ma niente. Ero parecchio indeciso e mi sentivo un pò ridicolo, fino a quando alcuni giorni fà due episodi mi hanno dato la spinta definitiva. Venerdì sera partita di calcio a sette, nello spogliatoio sono uno dei primi e mentre mi sto cambiando entrano due miei coetani se non oltre. Appoggiano le borse e senza nemmeno togliersi le giacche iniziano a confabulare. Incuriosito comincio ad osservarli: hanno le mani impegnate e il capo chino. - "Oh, ma quanti scudetti hai della Fiorentina?" - "Ogni busta ne becco uno!" Mi viene da sorridere, ci mancava solo la vecchia cantilena del "ceilo, cielo, manca, cielo.....". Confessano che ad inizio stagione hanno fatto l'abbonamento allo stadio per vedere le partite del Bologna e gli hanno regalato lo storico album delle figurine Panini; da allora sempre in edicola come una volta a comprare bustine. Oratorio di Sant'Andrea di Castel Maggiore: i bambini giocano e fanno attività, i catechisti li seguono e gli adulti chiaccherano. Ad un certo punto arriva Vincenzo con la mitica scatola. In cinque cerchiamo "in camuffa" una sala libera e tranquilla. stendiamo il panno, fissiamo le porte e stabiliamo tempi e modi del mini torneo. Finalmente ho criccato anch'io e ho fatto pena. Sono arrivato ultimo, ma ho giocato a subbuteoooooooooooooo!!!!