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domenica 18 marzo 2012

giovedì 8 marzo 2012

Scatola Rosa

La Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale rivolge particolare attenzione alla tutela delle guidatrici con la Scatola Rosa.
Lanciato in esclusiva nazionale durante la 32° Edizione del Motor Show di Bologna, il progetto, rivolto esclusivamente alle donne al volante, ha l’obiettivo di incrementare i livelli di sicurezza stradale e personale, riducendo i rischi cui le guidatrici vanno soggette: incidenti stradali, guasti meccanici, aggressioni ed atti di violenza.

…cos’è la Scatola Rosa?
Si tratta di un dispositivo satellitare, prodotto dalle più importanti Aziende di settore, che attraverso un collegamento 24 ore su 24, consente ad una centrale di individuare, in caso di allarme, o di auto in panne, il veicolo e dare indicazioni alle Forze dell’Ordine.
In pratica, premendo un pulsante nell’abitacolo, si può segnalare tempestivamente il pericolo e attendere i soccorsi. Valore aggiunto della Scatola Rosa è un piccolo e maneggevole telecomando tascabile, il quale, in caso di aggressioni al di fuori della propria autovettura, può comunque essere azionato.

…come istallare la Scatola Rosa?
La Scatola Rosa può essere installata su qualsiasi autovettura.
Installazione e canone triennale gratuiti, ecco l’omaggio della Fondazione ANIA a tutte le donne al volante, che desiderano questa piccola ma grande “Scatola Rosa”.
500 scatole sono state assegnate ad altrettante guidatrici durante il Motor Show di Bologna.
Sul portale www.smANIAdisicurezza.it è stata realizzata un’area “rosa” riservata alle guidatrici. Ogni donna può seguire un percorso per migliorare la propria formazione teorica e pratica alla guida. Le migliori 1.500 guidatrici “virtuali” ricevono l’installazione e il canone triennali gratuiti della Scatola Rosa, e, di queste, le 100 più brave al volante, vinceranno anche un corso di guida sicura presso l’Autodromo di Misano Adriatico.

…sorprendente, è tutto GRATIS!!!!

venerdì 2 marzo 2012

Com'è profondo il mare

Ho un ricordo speciale di Lucio Dalla. Solo mio, perché ero spesso solo quando ascoltavo le sue canzoni. Ero un bambino che tornava a casa con i miei genitori dopo essere andati a trovare i nonni sull'appennino bolognese e spesso la guida sin troppo aggressiva di mio padre mi faceva soffrire la strada tutte curve. Allora mia madre, che non meno di me non vedeva l'ora di arrivare, inseriva nel mangianastri della nostra mitica Autobianchi 112 colore verde pisello la sua cassetta e di tutte le canzoni, quella che mi rilassava di più era "Com'è profondo il mare". Quasi uno scherzo del destino. Ormai sapevo a memoria quel ritornello. Da allora spesso Lucio mi ha accompagnato in auto. A vent'anni, quando avevo voglia di stare da solo, facevo dei chilometri per le vie della città, quando ancora non esistevano tutti questi divieti. Era un ascolto sereno, limpido, assaporato. Nessuna corsa, niente finestrini aperti e stereo a tutto volume. Per me Lucio non era questo, ma piuttosto un'occasione per riflettere, per ponderare la mia andatura, osservare i particolari delle strade e quando ero sufficientemente stanco rientravo a casa. Mi coricavo a letto più sereno. E' strano quanto un personaggio così scenico come lo era lui, così geniale con uno strumento musicale, così indecifrabile nel suo stile di vita lontano dalle etichette tradizionali, fosse in grado di darmi tanta serenità. Ora, mi piace pensare che si sia addormentato con la stessa serenità, proprio ora che la vita mi riporta più vicino a quell'appennino dove andavo da bambino.