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martedì 21 settembre 2010

lunedì 13 settembre 2010

43^ parallelo

Pendenze estreme, il motore fatica; comunque mi porta al bivio.
Un viale riparato dai cipressi, in fondo la porta del borgo.
Accosto per ammirare la costa dall'alto. Colori brillanti e definiti, una luce perfetta.
Carico lo zaino, metto le cuffie, preparo le pellicole. Meticoloso come al solito.
Assaporo la calma; cerco il giusto sottofondo musicale. Le note di un pianoforte muovono i miei sandali ai piedi di una palma cresciuta in una piccola oasi verde.
L'edera rampicante ha dipinto la facciata di una antica residenza. Una torre antica sorveglia la costa sottostante.
Le pietre levigate sotto un piccolo arco dal quale inizia la discesa; tra il vicolo si innalza un campanile con la cima dorata, alcune indicazioni turistiche al bivio.
"A un passo dal possibile, a un passo da te. Paura di decidere, paura di me......."
La testa oltre un muro d'angolo come un bambino che gioca a nascondino.
Una piccola piazza sempre in discesa, un palazzo signorile che là troneggia.
Alcune panche fissate la pavimento per gli spettatori di un'esibizione teatrale inevitabilmente distratti da un panorama esuberante. Il retro palco nasconde un'altro vicolo sempre in pendenza. Il mio corpo si adatta per non perdere l'equilibrio. Pacifici gatti osservano la mia andatura curiosa.
"Eppure sentire nei fiori tra l'asfalto, nei cieli di cobalto...."
Vicoli sempre più stretti e piccoli cortili privati colmi di vasi di piante grasse.
Il belvedere il prato il parapetto in muratura con il basamento in petra. Una panchina per rilassare i pensieri.
Alle spalle si allunga l'ombra di un albero con sotto i coppi dei tetti che assorbono l'intensa luce estiva.
"Nei sogni in fondo a un pianto. Nei giorni di silenzio - c’è un senso di te
mmm…mmm…mmm…mmm…"
La passione spinge la mia attenzione. I colori sono sin troppo abbaglianti.
Vele sull'acqua appena increspata. L'orizzonte che si confonde.
Un treno che passa lentamente. Un ferroviere orgoglioso della sua terra.
La pista ciclabile affollata di campanelli che chiedono strada ai pedoni.
Ora il viale continua a scendere, aristocratico e capiente.
Due archi imponenti indicano l'uscita dalla storia.
"C’è un senso di te mmm…mmm…mmm…mmm…"
E' ora di risalire

giovedì 9 settembre 2010

Il Barbarossa


L'estate volge al termine ed a Settembre fioriscono le sagre e le feste di paese. Da anni mi piace andare a Medicina in provincia di Bologna ove viene ricordato con una festa medioevale uno storico gemellaggio che viene così sommarriamente descritto:
“Appo della Valle Padusa del tratto del Meda il confine di Bologna, è sita la fedelissima Medicina, antichissimo castello, celebre terra, territorio indipendente dalle limitrofe città... Nell’anno del Signore 1151 per non aver voluto mancare alla fede costante e sincera, non che all’ossequio del legittimo Principe, Medicina videsi devastata dalle fondamenta dall’odio civile de’ vicini, cupidi di ampliare lor territorio. L’anno 1155 per comandamento dell’imperatore Federico I° riedificata, Medicina fu accresciuta e di privilegi, e di confini, e di immunità….”sovrrifondatore di Il ricordo del sovrano rifondatore di Medicina nel tempo scende dalle solenni epigrafi e viene tramutato fantasticamente in bella leggenda; e l’affascinante fiaba si riveste dei versi poetici che tutti conoscono perché anch’essi scolpiti nel marmo sotto l’austero volto del Barbarossa:

Mira tu viator istoria bella;
Qui per un serpe ebbe pietosa aita,
Federico Barbarossa ond’ebbe vita
per cui qui Medicina ognun l’appella.

Storia, leggenda e fantasia sono sempre più le componenti della straordinaria creatività collettiva che dà vita alla grande “Festa” dedicata al “Barbarossa”: una rievocazione che coinvolge con entusiasmo tutto un territorio perché non il solo Castello di Medicina è nominato dall’imperatore, ma anche i suoi più lontani confini.
Magari ci vediamo là, per intanto sempre su picasa web alum a lato del blog o cliccando sulla foto di questo post, troverete alcune imaagini (anche particolari) della festa del Barbarossa.