Sia benvenuto ogni visitatore di questo Blog

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sabato 3 settembre 2016

acrobati 2016

martedì 2 agosto 2016

due minuti dopo


sabato 30 luglio 2016

ammirevole


Ho già adocchiato una vetrinetta in sala riunioni con un piccolo cofanetto verde di porcellana, credo.
Ritengo sia ideale per contenere le mie ceneri. E' una aspirazione che piano piano trovero' il coraggio di far uscire alla luce. Che detto di un mucchietto di ceneri non è appropriato.
Posso tentare.... e se mi ribocciano?
E se poi l'Accademia trasloca?
E se durante il trasloco il cofanetto verde si rompe? No eh! essere spazzata via dall'Accademia no mai più!
Anna

martedì 19 luglio 2016

venerdì 15 luglio 2016

domenica 5 giugno 2016

SMEFSMEF

giovedì 17 marzo 2016

Franca


Quando ho sfilato dalla busta questa foto, davanti ad una cassa di legno chiaro, non sono riuscito a fare a meno di sorridere. Anche con una certa leggerezza nel cuore, devo ammettere. Non era certo l'immagine che mi aspettavo, ma ne ero comunque compiaciuto. Il suo volto così aggraziato, dal vivo, non lo avevano mai visto. Solo all'interno di una cornice, sopra al mobile di una sala in stile barocco. Una foto ammirata dall'altezza dello sguardo di un bambino piuttosto timido e silenzioso. 
Francesca in origine, ma si faceva chiamare più volentieri Franca al nord e Franceschina in "bassitalia", nel suo paese natio dove tornava con il marito a trovare i tanti parenti che aveva lasciato. Mottola è forse l'unico paese della Puglia abbarbicato su una collina, tanto alta che dalla piazza in fondo al viale principale, nelle giornate limpide, si può scorgere il mare all'orizzonte, benché distante parecchi chilometri. Fatto di case bianche e basse, scalinate ed anziane signore sedute sulla via a parlare con il vicinato.
Francesca era una donna a cui piaceva non passare inosservata. Senza malizia, curava con attenzione il suo aspetto e le piaceva essere ammirata per questo. Nulla a che vedere con quanto fanno tanti uomini e donne di questo tempo, passando ore in palestra oppure in centri benessere. Si compiaceva dei suoi agi e delle sue piacevoli abitudini: il mare d'estate, una sera alla settimana a ballare, l'acconciatura sempre in ordine ed un foulard sul collo in tinta con il vestito.
Una casa lucente per ordine e pulizia: in quella dimora ho fatto la prima esperienza di passo patinato si pezze di stoffa, lasciate davanti all'uscio di casa per non segnale il pavimento lucidato con la cera. Era un privilegio non per tutti, ma che con l'avvento delle lucidatrici più moderne è andato poi in disuso. La famiglia riunita nelle festività canoniche, il solito menù e la torta di panna bianca a fine cena. Un senso della forma a cui teneva particolarmente e che non per tutti era forse così piacevole, ma comunque accettato per dovere di parentela.
Franca aveva il piglio o la convinzione di saper cosa fosse giusto per sé stessa e per chi le era vicino, caparbia quanto bastava per raggiungere il suo scopo. Anche se questo suo atteggiamento, a volte oltremodo orgoglioso, aveva causato dissapori ed incomprensioni, non credo che fosse nelle sue intenzioni ferire chi le stesse vicino. Difficilmente accettava un consiglio dagli altri, ma sapeva ascoltare e traeva le proprie convinzioni. Cercava basi e sicurezze per poter sostenere le proprie posizioni senza dover vacillare, imperterrita verso un fine che riteneva giusto per sé e per chi amava.
Il volto che ricordo di mia nonna è ben diverso da quello di questa immagine. Al termine della sua vita, era costretta sul letto di casa, con l'incapacità di esprimersi chiaramente anche solo per la più piccola esigenza. Ogni tanto la consolazione della visita di un nipote, di cui si sentiva fiera di essere stata matrice del suo status sociale.
Solo dallo sguardo si poteva intuire la sofferenza di quella condizione in cui si trovava al termine dei suoi giorni e a volte l'incapacità di sostenerla.  La vita aveva svelato la sua debolezza e difronte a quella verità si sentiva impotente. Si è messa nelle mani del Signore ed ha avuto la sua grazia.



lunedì 11 gennaio 2016

venerdì 1 gennaio 2016

Il coraggio della misericordia

Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo.
Solo tu puoi impedirle che vada in declino.
In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti.
Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un'oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un "No".
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.
È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.
È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire: “Ti amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ...
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.
Poiché così sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai ....
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!
Papa Francesco