Vorrei, ma non posso...adesso basta,
il risveglio con il suo sorriso,
rivedere lo sguardo fiero di Sauro,
salire al Thabor e tornare a Penasa,
pregare in pace e per la pace,
capire il senso di ogni sofferenza,
pentirmi dei miei sbagli,
almeno un amico in più,
vedere dei bambini che giocano,
non tarpare le ali ai sogni di nessuno,
che John Lenon, Ghandi e Martin Luther King non fossero stati solo degli illusi,
un premio nobel che non fosse contestato dal suo governo,
non essere costretto a riscrivere queste righe il prossimo anno.
Sia benvenuto ogni visitatore di questo Blog
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curiosi o svogliati, tristi o allegri, sensibili o crudeli
qui troverete immagini, pensieri, riflessioni,
commenti ed un possibile incontro o scontro di idee
il tutto condito dalla buona educazione, dall'ironia e dal buon senso nel rispetto del prossimo
un blog realmente fatto in famiglia, dove ognuno ci mette un pezzo di vita da condividere
si parte da qui con alcune immagini per vedere dove questo mezzo di comunicazione ci può portare
non per nulla chi usa internet viene definito un .... navigatore
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venerdì 31 dicembre 2010
L'anno che vorrei
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mercoledì 22 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
La foto
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lunedì 29 novembre 2010
Il mio brutto sogno
Una sera sono andato tardi a letto perchè volevo vedere Jurassik Park. Pensai che avrei dormito normalmente. Quando andai a letto sognai un T-rex che mi voleva mangiare e poi un triceratopo che mi aveva caricato: io riuscì a scansarmi in tempo e il triceratopo colpì un albero e sembrava che era finita questa avventura. Dei piccoli velociraptor mi rincorsero e mi fecero un po' di ferite (anzi erano quasi cinquanta) quando un plerodattilo mi acchiappò. Mentre volavo gli artigli dello plerodattilo mi si pintarono un po' sulle spalle: non sapevo cosa fare ma mi venne in mente di fargli il solletico, così piombai a velocità supersonica... sapete dove?
Ero su un diplodoco! Però lì sopra ero al sicuro. C'erano un sacco di dinosauri però quello che mi faceva più paura era il carnotauro e quello che mi faceva meno paura era lo stegosauro.
A un certo punto il branco di diplodochi andarono nell' acqua e io sobbalzai su e giù; nell' acqua c'erano tantissimi ittosauri: "Sono come delfini!" Esclamai.
Quando fui dall' altra parte del lago scesi e sentiì delle grandi urla: era un piccolo di megalosauro che scappava da un T-rex ; io decisi di salvarlo, allora corsi con tutte le mie forze e poi distrai il T-rex che mi inseguì. A quel punto mi ricordai del lago: allora guidai il T-rex al lago mi fermai davanti e, mentre il T-rex mi veniva adosso mi spostai e lui andò dentro il lago; poi sotto l'acqua c'erano le sabbie mobili e lì sprofondò.
Alla fine presi il piccolo megalosauro in braccio e lo misi in un nido abbandonato, lo coprì con la mia felpa poi andai a fare una passegiata...
Quando mi risvegliai era mattina e ero sudato; a colazione raccontai il mio sogno a mio padre e alla mia mamma e a mia sorella poi a scuola e tutti rimasero a bocca aperta!
Ero su un diplodoco! Però lì sopra ero al sicuro. C'erano un sacco di dinosauri però quello che mi faceva più paura era il carnotauro e quello che mi faceva meno paura era lo stegosauro.
A un certo punto il branco di diplodochi andarono nell' acqua e io sobbalzai su e giù; nell' acqua c'erano tantissimi ittosauri: "Sono come delfini!" Esclamai.
Quando fui dall' altra parte del lago scesi e sentiì delle grandi urla: era un piccolo di megalosauro che scappava da un T-rex ; io decisi di salvarlo, allora corsi con tutte le mie forze e poi distrai il T-rex che mi inseguì. A quel punto mi ricordai del lago: allora guidai il T-rex al lago mi fermai davanti e, mentre il T-rex mi veniva adosso mi spostai e lui andò dentro il lago; poi sotto l'acqua c'erano le sabbie mobili e lì sprofondò.
Alla fine presi il piccolo megalosauro in braccio e lo misi in un nido abbandonato, lo coprì con la mia felpa poi andai a fare una passegiata...
Quando mi risvegliai era mattina e ero sudato; a colazione raccontai il mio sogno a mio padre e alla mia mamma e a mia sorella poi a scuola e tutti rimasero a bocca aperta!
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venerdì 26 novembre 2010
Sala d'attesa
- Chi è l'ultimo?-
Una signora seduta vicino alla finestra alzando la mano viene eletta punto cardinale del quel pomeriggio di fine estate. Giornate ancora abbastanza calde e soleggiate, la finestra aperta sul viale principale con il sottofondo del traffico cittadino per i ritornelli dei discorsi di circostanza. Sedie scomode e ravvicinate per dar posto ai più senza consentire di mettersi troppo a proprio agio. Un ragazzo sostiene con due mani in preghiera il cellulare di ultima generazione in attesa di una risposta da qualche nuovo amico virtuale; un paio di sandali ai piedi, bermuda militari e maglietta in tinta, una borsa per documenti a tracolla, pizzetto e lunghi capelli ricci; l'ultima abbronzatura della stagione non hanno mimetizzato alcuni tatuaggi tribali sulla pelle; malgrado quella postura ricurva, la sua attesa per un segnale via etere non è ansiosa, anzi tradisce una certa assuefazione, quasi una fuga non necessaria dalla noia del mondo circostante e nemmeno troppo segreta o trasgressiva. Una coppia di anziani coniugi controllano con sguardo attento il rispetto dell'ordine d'arrivo roteando gli sguardi sulle facce dei presenti a cadenze costanti; conoscono bene il territorio ed i residenti: non mancano di argomenti per alimentare il loro piccolo pettegolezzo sottovoce; si muovono in sincronia come marmotte allarmate, lui allunga ogni tanto lo sguardo su quella incomprensile magia senza fili del tatuato: voi mettere una poesia vergata da una penna stilografica, magari come quella che tiene nel taschino della camicia a righe con le iniziali sul costato e contornata da un abito grigio, mocassini e calza rigorosamente lunga anche con il caldo. Non è costretto in quello stile, semplicemente si sente in giusta armonia con la sua compagna, che ogni venerdì va dal parrucchiere per la messa in piega, ogni due settimane dall'estetista e ogni sera cura la pelle con creme idratanti prima di coricarsi e russare in modo devastante a casa di una piccola deviazione del setto nasale che non ammetterà mai. Ciò non può assolutamente turbare il suo stile elegante, la collana di perle e la calza chiara ed aderente sotto la gonna a tubo che esalta lo slancio delle gambe fino alla scarpa con tacco sottile, di produzione artigianale e prodotta su misura. Il direttore ai lavori li chiama all'appello e loro si alzano dalle sedie meglio di una coppia di staffettisti ai giochi olimpici, segno che è da molto che aspettano. All'angolo un ex palestrato in maglietta attillata li osserva mentre gli passano davanti: ruota nervosamente un anello al dito indice della mano destra, mentre i piedi, incrociati vibranti sotto la sedia, esaltano la muscolatura delle gambe; ha mani tozze e callose, e la testa con il capello rasato torna spesso ad osservarle. Non ha molti argomenti di conversazione ed anche la sedia soffre il suo peso agitato. Non ha più l'età per competere in pose scultoree, ma non rinuncia a curare la definizione del fisico fino alle venature sotto cutanee. Ogni tanto alza la testa e la fa ruotare su un collo taurino che scuce l'orlo della maglietta. Malgrado ciò il suo sguardo tradisce una seria preoccupazione, l'angoscia di essere costretto a cambiare vita e di perdere la finta autostima guadagnata davanti a specchi di scena. Intanto il mio faro locale, continua a sfogliare distrattamente le pagine di un settimanale preso dal tavolo all'ingresso. Non ha mai smesso, senza mai effettivamente leggere alcun articolo solo commentando i titoli con l'amica sedutagli affianco. Entrambe in forma, le classiche nonne sapienti di paese, che fanno ancora la pasta con il mattarello ed indossano le calzature ortopediche di farmacia per le vene varicose. Un giubbino scuro sulle spalle sotto alla camicia a fiori colorati cucita in casa con la stoffa comprata alla merceria sotto al Comune. Sono ancora capaci di sorridere anche se non sfugge il classico "Ma lo sai chi è finito all'Ospedale?", se non peggio. I capelli rigorosamente bianchi, perché tanto ormai cosa vuoi, stare ad allungare la coperta coi buchi? Hanno vissuto anche bene la loro giovinezza e si stanno godendo allo stesso modo la terza età, acciacchi compresi. Mettono semplicemente tutto nel conto della vita. L'amica viene chiamata a rapporto dal generale, lei prende la stampella da dietro la sedia prima di salutare e si incammina, passando davanti a una coppia di fidanzati. Giovani belli slanciati, ma che ci fanno qui? Sono il ritratto della salute, non un neo sulla pelle, occhiali da vista su un telaio invisibile. Pinocchietti chiari e le più brutte scarpe da tennis rosse che abbia mai visto prima, maglietta con la pubblicità di un locale caraibico, capello ingellato e sguardo fisso nel vuoto. Lei in tuta ginnica e body, viso scarno e chiaro, attento sulla lettura del un libro dalla copertina rigida. Non ha anelli nelle dita affusolate delle mani ed i capelli biondi sono raccolti in una coda. Sono praticamente immobili ormai da non sono quanto tempo, sembrano due manichini presi dal negozio in strada e piazzati su quelle sedie. Ad un certo punto lui si riprende da quel finto coma e si alza in piedi, stanco di aspettare si dirige verso l'uscita. Lei senza proferire parola, tanto nessuno li ha mai sentiti parlare, si alza e lo segue: mi sa che da qualche parte una nonna depressa sarà costretta a fare a meno delle pillole per la pressione. Coppia che esce, coppia che entra. Statuaria sia nel carattere che nel fisico anche se non più giovanissima. Arriva davanti alla finestra e per quanto è grande non entra più la luce del sole in quella stanza. Si sfila con grazia un leggera giacca estiva che potrebbe essere il lenzuolo del mio letto e allargando le braccia respira a pieni polmoni tutto lo smog del traffico in strada. E' alterata e non lo nasconde. Di corsa la segue il suo compagno che teme i suoi sbalzi d'umore pre mestruali e le raccoglie il soprabito prima che finisca in terra. Sembrano appena usciti da una commedia di Woody Allen, tanto che osservo in giro alla ricerca di una telecamera nascosta, perchè la scena è troppo inverosimile. La Venere si affaccia la finestra e si accende una sigaretta non curante del divieto appeso alla parete. Lui balbettando le fa notare che non sarebbe il caso, ma finisce per far scaturire uno sguardo di fuoco da far impallidire Leonida sulle Termopili. La regina spartana comincia ad inveirgli contro con piccole ed incomprensibili frasi urlate sottovoce tra i denti così vicino al naso del povero Woody, che è costretto a pulirsi gli occhiali dall'appannamento e dagli schizzi di saliva. L'uomo, si fà per dire, fa parziali ammissioni, si contraddice, nega e poi ritratta. Il Titanic è ormai in balia dell'oceano. Entra un altro giovane mutuato e chiede che è l'ultimo, tutti si bloccano a guardarlo e lui capisce. Fortunatamente riconosce una faccia amica nel tatuato che gli fà cenno di sedersi al fianco per godersi lo spettacolo. Per non farsi notare imbastiscono anche una breve ed inutile conversazione, ma in realtà vogliono assistere alla fine dell'incontro. La coppia si rende conto di essere fin troppo osservata e si trincea in un pesante mutismo: lei continua ad osservate i viandanti in strada, lui al suo fianco si guarda intorno per la stanza, mostrando finto interesse per li titoli delle pergamene professionali ed i fogli informativi appesi alle pareti. La sala si sta svuotando e poco prima della chiusura entra l'ultimo cliente. Una faccia conosciuta, un simpatico vecchietto che vedo spesso vicino a casa, sguardo allegro e una voglia di stare al mondo senza eguali. Mi chiede come sto, mento con cortesia e ci raccontiamo cosa è successo in paese. Tocca me, saluto e mi avvio verso la porta. "Cosa è successo?" Gli mostro la busta, entro e parliamo un po'.-
Una signora seduta vicino alla finestra alzando la mano viene eletta punto cardinale del quel pomeriggio di fine estate. Giornate ancora abbastanza calde e soleggiate, la finestra aperta sul viale principale con il sottofondo del traffico cittadino per i ritornelli dei discorsi di circostanza. Sedie scomode e ravvicinate per dar posto ai più senza consentire di mettersi troppo a proprio agio. Un ragazzo sostiene con due mani in preghiera il cellulare di ultima generazione in attesa di una risposta da qualche nuovo amico virtuale; un paio di sandali ai piedi, bermuda militari e maglietta in tinta, una borsa per documenti a tracolla, pizzetto e lunghi capelli ricci; l'ultima abbronzatura della stagione non hanno mimetizzato alcuni tatuaggi tribali sulla pelle; malgrado quella postura ricurva, la sua attesa per un segnale via etere non è ansiosa, anzi tradisce una certa assuefazione, quasi una fuga non necessaria dalla noia del mondo circostante e nemmeno troppo segreta o trasgressiva. Una coppia di anziani coniugi controllano con sguardo attento il rispetto dell'ordine d'arrivo roteando gli sguardi sulle facce dei presenti a cadenze costanti; conoscono bene il territorio ed i residenti: non mancano di argomenti per alimentare il loro piccolo pettegolezzo sottovoce; si muovono in sincronia come marmotte allarmate, lui allunga ogni tanto lo sguardo su quella incomprensile magia senza fili del tatuato: voi mettere una poesia vergata da una penna stilografica, magari come quella che tiene nel taschino della camicia a righe con le iniziali sul costato e contornata da un abito grigio, mocassini e calza rigorosamente lunga anche con il caldo. Non è costretto in quello stile, semplicemente si sente in giusta armonia con la sua compagna, che ogni venerdì va dal parrucchiere per la messa in piega, ogni due settimane dall'estetista e ogni sera cura la pelle con creme idratanti prima di coricarsi e russare in modo devastante a casa di una piccola deviazione del setto nasale che non ammetterà mai. Ciò non può assolutamente turbare il suo stile elegante, la collana di perle e la calza chiara ed aderente sotto la gonna a tubo che esalta lo slancio delle gambe fino alla scarpa con tacco sottile, di produzione artigianale e prodotta su misura. Il direttore ai lavori li chiama all'appello e loro si alzano dalle sedie meglio di una coppia di staffettisti ai giochi olimpici, segno che è da molto che aspettano. All'angolo un ex palestrato in maglietta attillata li osserva mentre gli passano davanti: ruota nervosamente un anello al dito indice della mano destra, mentre i piedi, incrociati vibranti sotto la sedia, esaltano la muscolatura delle gambe; ha mani tozze e callose, e la testa con il capello rasato torna spesso ad osservarle. Non ha molti argomenti di conversazione ed anche la sedia soffre il suo peso agitato. Non ha più l'età per competere in pose scultoree, ma non rinuncia a curare la definizione del fisico fino alle venature sotto cutanee. Ogni tanto alza la testa e la fa ruotare su un collo taurino che scuce l'orlo della maglietta. Malgrado ciò il suo sguardo tradisce una seria preoccupazione, l'angoscia di essere costretto a cambiare vita e di perdere la finta autostima guadagnata davanti a specchi di scena. Intanto il mio faro locale, continua a sfogliare distrattamente le pagine di un settimanale preso dal tavolo all'ingresso. Non ha mai smesso, senza mai effettivamente leggere alcun articolo solo commentando i titoli con l'amica sedutagli affianco. Entrambe in forma, le classiche nonne sapienti di paese, che fanno ancora la pasta con il mattarello ed indossano le calzature ortopediche di farmacia per le vene varicose. Un giubbino scuro sulle spalle sotto alla camicia a fiori colorati cucita in casa con la stoffa comprata alla merceria sotto al Comune. Sono ancora capaci di sorridere anche se non sfugge il classico "Ma lo sai chi è finito all'Ospedale?", se non peggio. I capelli rigorosamente bianchi, perché tanto ormai cosa vuoi, stare ad allungare la coperta coi buchi? Hanno vissuto anche bene la loro giovinezza e si stanno godendo allo stesso modo la terza età, acciacchi compresi. Mettono semplicemente tutto nel conto della vita. L'amica viene chiamata a rapporto dal generale, lei prende la stampella da dietro la sedia prima di salutare e si incammina, passando davanti a una coppia di fidanzati. Giovani belli slanciati, ma che ci fanno qui? Sono il ritratto della salute, non un neo sulla pelle, occhiali da vista su un telaio invisibile. Pinocchietti chiari e le più brutte scarpe da tennis rosse che abbia mai visto prima, maglietta con la pubblicità di un locale caraibico, capello ingellato e sguardo fisso nel vuoto. Lei in tuta ginnica e body, viso scarno e chiaro, attento sulla lettura del un libro dalla copertina rigida. Non ha anelli nelle dita affusolate delle mani ed i capelli biondi sono raccolti in una coda. Sono praticamente immobili ormai da non sono quanto tempo, sembrano due manichini presi dal negozio in strada e piazzati su quelle sedie. Ad un certo punto lui si riprende da quel finto coma e si alza in piedi, stanco di aspettare si dirige verso l'uscita. Lei senza proferire parola, tanto nessuno li ha mai sentiti parlare, si alza e lo segue: mi sa che da qualche parte una nonna depressa sarà costretta a fare a meno delle pillole per la pressione. Coppia che esce, coppia che entra. Statuaria sia nel carattere che nel fisico anche se non più giovanissima. Arriva davanti alla finestra e per quanto è grande non entra più la luce del sole in quella stanza. Si sfila con grazia un leggera giacca estiva che potrebbe essere il lenzuolo del mio letto e allargando le braccia respira a pieni polmoni tutto lo smog del traffico in strada. E' alterata e non lo nasconde. Di corsa la segue il suo compagno che teme i suoi sbalzi d'umore pre mestruali e le raccoglie il soprabito prima che finisca in terra. Sembrano appena usciti da una commedia di Woody Allen, tanto che osservo in giro alla ricerca di una telecamera nascosta, perchè la scena è troppo inverosimile. La Venere si affaccia la finestra e si accende una sigaretta non curante del divieto appeso alla parete. Lui balbettando le fa notare che non sarebbe il caso, ma finisce per far scaturire uno sguardo di fuoco da far impallidire Leonida sulle Termopili. La regina spartana comincia ad inveirgli contro con piccole ed incomprensibili frasi urlate sottovoce tra i denti così vicino al naso del povero Woody, che è costretto a pulirsi gli occhiali dall'appannamento e dagli schizzi di saliva. L'uomo, si fà per dire, fa parziali ammissioni, si contraddice, nega e poi ritratta. Il Titanic è ormai in balia dell'oceano. Entra un altro giovane mutuato e chiede che è l'ultimo, tutti si bloccano a guardarlo e lui capisce. Fortunatamente riconosce una faccia amica nel tatuato che gli fà cenno di sedersi al fianco per godersi lo spettacolo. Per non farsi notare imbastiscono anche una breve ed inutile conversazione, ma in realtà vogliono assistere alla fine dell'incontro. La coppia si rende conto di essere fin troppo osservata e si trincea in un pesante mutismo: lei continua ad osservate i viandanti in strada, lui al suo fianco si guarda intorno per la stanza, mostrando finto interesse per li titoli delle pergamene professionali ed i fogli informativi appesi alle pareti. La sala si sta svuotando e poco prima della chiusura entra l'ultimo cliente. Una faccia conosciuta, un simpatico vecchietto che vedo spesso vicino a casa, sguardo allegro e una voglia di stare al mondo senza eguali. Mi chiede come sto, mento con cortesia e ci raccontiamo cosa è successo in paese. Tocca me, saluto e mi avvio verso la porta. "Cosa è successo?" Gli mostro la busta, entro e parliamo un po'.-
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domenica 14 novembre 2010
Roberto SAVIANO e il Tricolore - "Vieni via con me" di Fabio FAZIO e Rob...
Scandaloso! Per tutti. Scomodo e antipatico e adesso non solo per la camorra. Sarebbe stato più semplice per lui allinearsi, seguire il pensiero comune, adattarsi alle situazioni come una bandiera che segue semplicemente la direzione del vento. Invece fa l'idealista. Nessuna lezione solo storie di uomini per dimostrare che nonostante tutto è meglio essere coerenti, soprattutto con se stessi. Non gradito nè da sinistra e nemmeno da destra, perchè fuori dagli schemi e non governabile. Masi non lo voleva e Travaglio si sente deposto dal trono del protagonismo televiso. Ottusi che temono il confronto e più lo disprezzano più viene acclamato dal pubblico pagante della Rai. You Tube è colma dei suoi video, tra i più scaricati, tra i più ricercati, tra i più cliccati. Ho scelto questo. Un inno all'Italia, al senso di appartenenza, alla volontà di un popolo. Attenzione alle persone scomode, a quelli che non ci stanno sempre e comunque. Meglio ascoltarle perchè hanno semplicemente qualcosa da dire.
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lunedì 8 novembre 2010
Ho intenzione di
Ho intenzione di leggere un libro di Piperno. Come spesso mi accade seguendo una puntata delle invasioni barbariche, inciampo in un'intervista piuttosto interessante. Non necessariamente un personaggio positivo, un ebreo anticonformista intelligente e piuttosto diretto. All'inizio forse mi ha incuriosito la sua postura scomoda su quella sedia, la movenza esplicativa delle mani e la fisionomia da Charlie Brown un pò cresciuto. Non sempre i "consigli di Daria" sono andati a buon fine. Ma certamente non sarà il solito romanzo, giallo o narrativa scontata.
lunedì 1 novembre 2010
lunedì 25 ottobre 2010
domenica 10 ottobre 2010
Skype
Adesso vi racconto una storia. Una bella storia. Mia nonna ultra ottantenne, vive ormai da alcuni anni in casa assistita da una badante ucraina. Ha bisogno di un'assistenza dedicata nell'intera giornata per il suo stato di salute ed in verità siamo stati molto fortunati, poiché questa signora ha le giuste capacità anche infermieristiche che ci permettono di godere di una certa serenità. Nel tempo il nostro rapporto si è in effetti consolidato, lei ha imparato con impegno alcune ricette della cucina italiana, ma ogni tanto ci tiene a farci assaggiare le specialità della sua terra. Inoltre, quando mia nonna dorme passa il tempo mentre stira, vedendo film dell'est che il figlio le spedisce da casa. Da qualche anno ha anche una nipotina in Ucraina e sicuramente soffre a essere così lontana da casa seppure per necessità. A questo punto ci è venuta in aiuto la tecnologia: ha comprato un piccolo PC dotato di webcam e microfono, adatto alle video comunicazioni con skype. Terminati i complicati settaggi e la ricerca della connessione telefonica più adatta, finalmente è riuscita a mettersi in video comunicazione con suo figlio e con un nipote residente negli Stati Uniti. Dopo la gioia di poter finalmente comunicare più intimamente con i suoi cari, ha voluto scambiare con loro il suo quotidiano e ha cominciato a girare per casa portando il PC a braccio perché potessero finalmente vedere dove viveva, dove dormiva, dove cucinava. Un gesto bello, quanto triste. Triste forse più per me che per lei. Triste perché ho avuto coscienza che nel mio status di uomo dell'occidente, della parte più "agiata" del mondo, circondato dalla tecnologia e dal progresso di ogni genere, vivo il mio quotidiano considerandolo scontato, a volte persino banale. Da questa parte del mondo definiamo progresso tutto ciò che ci può migliorare la vita ed alla fine non sappiamo nemmeno apprezzarlo. Facciamo code davanti ai centri commerciali per i sotttocosti, amicizia in chat, per lo più gelosi della nostra vita, dei nostri benefici. Non ho mai fatto vedere la mia casa ad un amico molto lontano. Perché?
sabato 9 ottobre 2010
martedì 21 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
43^ parallelo
Pendenze estreme, il motore fatica; comunque mi porta al bivio.
Un viale riparato dai cipressi, in fondo la porta del borgo.
Accosto per ammirare la costa dall'alto. Colori brillanti e definiti, una luce perfetta.
Carico lo zaino, metto le cuffie, preparo le pellicole. Meticoloso come al solito.
Assaporo la calma; cerco il giusto sottofondo musicale. Le note di un pianoforte muovono i miei sandali ai piedi di una palma cresciuta in una piccola oasi verde.
L'edera rampicante ha dipinto la facciata di una antica residenza. Una torre antica sorveglia la costa sottostante.
Le pietre levigate sotto un piccolo arco dal quale inizia la discesa; tra il vicolo si innalza un campanile con la cima dorata, alcune indicazioni turistiche al bivio.
"A un passo dal possibile, a un passo da te. Paura di decidere, paura di me......."
La testa oltre un muro d'angolo come un bambino che gioca a nascondino.
Una piccola piazza sempre in discesa, un palazzo signorile che là troneggia.
Alcune panche fissate la pavimento per gli spettatori di un'esibizione teatrale inevitabilmente distratti da un panorama esuberante. Il retro palco nasconde un'altro vicolo sempre in pendenza. Il mio corpo si adatta per non perdere l'equilibrio. Pacifici gatti osservano la mia andatura curiosa.
"Eppure sentire nei fiori tra l'asfalto, nei cieli di cobalto...."
Vicoli sempre più stretti e piccoli cortili privati colmi di vasi di piante grasse.
Il belvedere il prato il parapetto in muratura con il basamento in petra. Una panchina per rilassare i pensieri.
Alle spalle si allunga l'ombra di un albero con sotto i coppi dei tetti che assorbono l'intensa luce estiva.
"Nei sogni in fondo a un pianto. Nei giorni di silenzio - c’è un senso di te
mmm…mmm…mmm…mmm…"
La passione spinge la mia attenzione. I colori sono sin troppo abbaglianti.
Vele sull'acqua appena increspata. L'orizzonte che si confonde.
Un treno che passa lentamente. Un ferroviere orgoglioso della sua terra.
La pista ciclabile affollata di campanelli che chiedono strada ai pedoni.
Ora il viale continua a scendere, aristocratico e capiente.
Due archi imponenti indicano l'uscita dalla storia.
"C’è un senso di te mmm…mmm…mmm…mmm…"
E' ora di risalire
Un viale riparato dai cipressi, in fondo la porta del borgo.
Accosto per ammirare la costa dall'alto. Colori brillanti e definiti, una luce perfetta.
Carico lo zaino, metto le cuffie, preparo le pellicole. Meticoloso come al solito.
Assaporo la calma; cerco il giusto sottofondo musicale. Le note di un pianoforte muovono i miei sandali ai piedi di una palma cresciuta in una piccola oasi verde.
L'edera rampicante ha dipinto la facciata di una antica residenza. Una torre antica sorveglia la costa sottostante.
Le pietre levigate sotto un piccolo arco dal quale inizia la discesa; tra il vicolo si innalza un campanile con la cima dorata, alcune indicazioni turistiche al bivio.
"A un passo dal possibile, a un passo da te. Paura di decidere, paura di me......."
La testa oltre un muro d'angolo come un bambino che gioca a nascondino.
Una piccola piazza sempre in discesa, un palazzo signorile che là troneggia.
Alcune panche fissate la pavimento per gli spettatori di un'esibizione teatrale inevitabilmente distratti da un panorama esuberante. Il retro palco nasconde un'altro vicolo sempre in pendenza. Il mio corpo si adatta per non perdere l'equilibrio. Pacifici gatti osservano la mia andatura curiosa.
"Eppure sentire nei fiori tra l'asfalto, nei cieli di cobalto...."
Vicoli sempre più stretti e piccoli cortili privati colmi di vasi di piante grasse.
Il belvedere il prato il parapetto in muratura con il basamento in petra. Una panchina per rilassare i pensieri.
Alle spalle si allunga l'ombra di un albero con sotto i coppi dei tetti che assorbono l'intensa luce estiva.
"Nei sogni in fondo a un pianto. Nei giorni di silenzio - c’è un senso di te
mmm…mmm…mmm…mmm…"
La passione spinge la mia attenzione. I colori sono sin troppo abbaglianti.
Vele sull'acqua appena increspata. L'orizzonte che si confonde.
Un treno che passa lentamente. Un ferroviere orgoglioso della sua terra.
La pista ciclabile affollata di campanelli che chiedono strada ai pedoni.
Ora il viale continua a scendere, aristocratico e capiente.
Due archi imponenti indicano l'uscita dalla storia.
"C’è un senso di te mmm…mmm…mmm…mmm…"
E' ora di risalire
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giovedì 9 settembre 2010
Il Barbarossa
L'estate volge al termine ed a Settembre fioriscono le sagre e le feste di paese. Da anni mi piace andare a Medicina in provincia di Bologna ove viene ricordato con una festa medioevale uno storico gemellaggio che viene così sommarriamente descritto:
“Appo della Valle Padusa del tratto del Meda il confine di Bologna, è sita la fedelissima Medicina, antichissimo castello, celebre terra, territorio indipendente dalle limitrofe città... Nell’anno del Signore 1151 per non aver voluto mancare alla fede costante e sincera, non che all’ossequio del legittimo Principe, Medicina videsi devastata dalle fondamenta dall’odio civile de’ vicini, cupidi di ampliare lor territorio. L’anno 1155 per comandamento dell’imperatore Federico I° riedificata, Medicina fu accresciuta e di privilegi, e di confini, e di immunità….”sovrrifondatore di Il ricordo del sovrano rifondatore di Medicina nel tempo scende dalle solenni epigrafi e viene tramutato fantasticamente in bella leggenda; e l’affascinante fiaba si riveste dei versi poetici che tutti conoscono perché anch’essi scolpiti nel marmo sotto l’austero volto del Barbarossa:Mira tu viator istoria bella;
Qui per un serpe ebbe pietosa aita,
Federico Barbarossa ond’ebbe vita
per cui qui Medicina ognun l’appella.
Magari ci vediamo là, per intanto sempre su picasa web alum a lato del blog o cliccando sulla foto di questo post, troverete alcune imaagini (anche particolari) della festa del Barbarossa.
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sabato 31 luglio 2010
venerdì 16 luglio 2010
Shakira - Waka Waka (This Time for Africa) (The Official 2010 FIFA ...
Ho visto a malapena una partita intera dei mondiali di calcio e non è stato nemmeno molto divertente. Però dodici ragazzi di undici anni mi hanno insegnato a ballare il Waka Waka e non ho dovuto nemmeno farmi un abbonamento a Sky.
venerdì 2 luglio 2010
Parkour
Non intendo criminalizzare nessuno e comprendo l'ansia dei giovani di voler provare qualcosa di nuovo, che riesca a rompere la monotonia quotidiana. Certamente tra coloro che tentano di evadere o anche semplicemente di provare a sé stessi di essere capaci di andare oltre certi limiti, questi non sono tra quelli che rischiano a mio avviso di essere etichettati come ribelli, vandali o simili. La loro disciplina si chiama parkour e consiste in una serie di acrobazie in grado di portare un atleta a superare i vincoli fisici e materiali di una città. Sottolineo che si tratta di atleti che non improvvisano, ma sanno esattamente valutare fino a che punto sono in grado di spingersi. La loro arte è sicuramente molto spettacolare ed è frutto di allenamenti durissimi e costanti nel tempo, lungo le vie della città in spazi adatti benché impensabili. Il vero problema è forse l'emulazione senza allenamento. Il ritenersi certo di essere in grado di saltare da un tetto solamente perché lo si è visto fare senza conseguenze. Di fatto 13 anni sono pochi per morire cadendo dal tetto di una scuola e prima di esagerare bisogna sapere. Sapere che c'è bisogna di tempo e allenamento per valutare le proprie condizioni fisiche, di maturità per capire che non serve estremizzare un sport per sentirsi più in "alto", anzi si rischia solo di essere più stupidi. In fondo molti di noi sono passati per le cialtronate da adolescente. Ma adolescente non è sinonimo di incosciente. La vita è unica anche se al momento può sembrare sbagliata noiosa inconcludente. Saper dire no a volte è la vera dimostrazione di coraggio. Non è necessario diluire la propria personalità nel gruppo, ma arricchirla, rinvigorirla che un gesto eclatante che è solo quello più sensato. Bisogna sapere.
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mercoledì 30 giugno 2010
Eco- mostri

Poi ci siamo svegliati con una sorpresa firmata dai rappresentanti politici del Comune di Castel Maggiore che godono della maggioranza elettorale ormai da molti anni. Una modifica al piano regolatore ha infatti deliberato la realizzazione di un grattacielo di oltre venti piani ad est del nostro stabile di soli due piani. In piena crisi del mercato dell'edilizia ed in una zona residenziale con stabili non più alti di tre piani, sono giò stati realizzati tre alti palazzi di edilizia popolare e sono in stato avanzato profondi scavi per le fondamenta di un mostro. Non esagero... proprio un mostro.
Magari a qualcuno possono pure piacere i grattacieli, ma mi devono spiegare che cosa c'è di speciale nell'abitare in un siluro il più delle volte privo di terrazze e massima espressione della differenza sociale. Certo, perchè se puoi scegliere compreresti un appartamento ai primi tre piani di un grattacielo? Hai sempre freddo, ti senti il rumore degli scarichi ogni volta che qualcuno sopra la tua testa decide di andare in bagno, paghi l'ascensore come gli altri e sei vicino al traffico in strada come in palazzo normale........ praticamente uno sfigato. Per non parlare delle riunioni condominiali con persone che non sai nemmeno che abitano nel tuo palazzo e che magari incontri per la prima volta per caso dopo anni in spiaggia a Cesenatico nell'ombrellone vicino! A suo tempo era iniziata anche una raccolta di firme tra i residenti in zona volta a scongiurare questa bella iniziativa edilizia o quanto meno per creare una base una forma civile di partecipazione al dissenso. Cestinata. Poi è stato anche svuotato il cestino come in un PC. L'Amministazione Comunale ha comunque rassicurato che costruire su un terreno comunale (ove si trovava un magazzino con tetti in ethernit) un complesso residenziale nelle immediate vicinanze della Stazione ferroviaria non si può definire una "speculazione edilizia", ma un valore aggiunto per tutti. Tutti chi? Ma ci rendiamo conto che ci sono già abbastanza abitazioni per vivere ciascuno di noi da solo, bambini compresi?
Ed oltre alle aree verdi che non si vedono più dalla mia finestra, una valutazione del traffico di auto che si viene a creare? Tanto quando i valori del piombo nelle polveri sottili diventa troppo elevato basta mettere le targhe alterne, i blocchi e con le multe si fà pure cassa per risanare il bilancio. Ma soprattutto dove vanno a finire i diritti negati! Il mio diritto di partecipare alla produzione di energia pulita perchè mi deve essere negato da coloro che veramente dovrebbero sentirsi orgogliosi di tutelare il bene comune? Alla domanda "come è possibile installare pannelli solari su un tetto esposto a sud se poi saranno offuscati da un vicino grattacielo del Comune di Castel Maggiore?" l'assessore Magri ha così concluso "Non posso rispondere per questioni che non riguardano il mio assesorato"

mercoledì 16 giugno 2010
Perchè Penasa
perchè è in una verde vallata che puoi dare pace alla tua anima
perchè ti puoi ricordare di un volto sorridente
perchè puoi giocare come un bambino
perchè non ti senti mai solo
perchè anche sotto la pioggia c'è meraviglia
perchè ci vorresti sempre essere
perchè dormi in un letto a castello e ti svegli con la luce del sole
per sentire i racconti di una commessa di souvenir,
per l'alza bandiera, i canti, le preghiere, il dolore ai piedi, tutti a tavola e tutti a letto.......
perchè Don Luigi ci ha messo il cuore
perchè ti puoi ricordare di un volto sorridente
perchè puoi giocare come un bambino
perchè non ti senti mai solo
perchè anche sotto la pioggia c'è meraviglia
perchè ci vorresti sempre essere
perchè dormi in un letto a castello e ti svegli con la luce del sole
per sentire i racconti di una commessa di souvenir,
per l'alza bandiera, i canti, le preghiere, il dolore ai piedi, tutti a tavola e tutti a letto.......
perchè Don Luigi ci ha messo il cuore
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martedì 1 giugno 2010
La scuola pubblica
A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
PER IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE
PER IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE
COSA STA SUCCEDENDO A QUESTA NOSTRA SCUOLA:
· IL GOVERNO NEL SUO INSIEME DI MINISTERI TAGLIA GLI ORGANICI E LE RISORSE ALLE SCUOLE
· IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NON SALDA I DEBITI NEI CONFRONTI DELLE SINGOLE SCUOLE ACCUMULATI
· IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NEGA IL DIRITTO AD UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITA’ A MIGLIAIA DI BAMBINI, NEGANDO LA SCUOLA DELL’INFANZIA E IL TEMPO PIENO IL MONDO DELLA SCUOLA E’ MARTORIATO DAL SUO INTERNO:
· VENGONO LICENZIATI I DOCENTI PRECARI, COSI’ PREZIOSI E PRESENTI (FIN ORA) PER I NOSTRI FIGLI
· VIENE RIDOTTO IL PERSONALE ATA – LICENZIANDO IL PERSONALE PRECARIO –
RIDUCENDO COSI’ LA SORVEGLIANZA E LA SICUREZZA DEGLI ALUNNI ALL’INTERNO
DELLA SCUOLA
· DEMOTIVA E LEDE LA DIGNITA’ DEL PERSONALE CHE FA CRESCERE I NOSTRI FIGLI
BLOCCANDO LE RETRIBUZIONI E GLI SCATTI DI ANZIANITA’ IN UN MOMENTO DI GRANDE DIFFICOLTA’ COME QUESTO, IL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA CHIEDE IL SILENZIO A DIRIGENTI, DOCENTI, ATA E IL MINISTRO APPROVA.
IL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA NON
RICONOSCE I COORDINAMENTI ISTITUZIONALI DELLA SCUOLA.
· IL GOVERNO NEL SUO INSIEME DI MINISTERI TAGLIA GLI ORGANICI E LE RISORSE ALLE SCUOLE
· IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NON SALDA I DEBITI NEI CONFRONTI DELLE SINGOLE SCUOLE ACCUMULATI
· IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NEGA IL DIRITTO AD UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITA’ A MIGLIAIA DI BAMBINI, NEGANDO LA SCUOLA DELL’INFANZIA E IL TEMPO PIENO IL MONDO DELLA SCUOLA E’ MARTORIATO DAL SUO INTERNO:
· VENGONO LICENZIATI I DOCENTI PRECARI, COSI’ PREZIOSI E PRESENTI (FIN ORA) PER I NOSTRI FIGLI
· VIENE RIDOTTO IL PERSONALE ATA – LICENZIANDO IL PERSONALE PRECARIO –
RIDUCENDO COSI’ LA SORVEGLIANZA E LA SICUREZZA DEGLI ALUNNI ALL’INTERNO
DELLA SCUOLA
· DEMOTIVA E LEDE LA DIGNITA’ DEL PERSONALE CHE FA CRESCERE I NOSTRI FIGLI
BLOCCANDO LE RETRIBUZIONI E GLI SCATTI DI ANZIANITA’ IN UN MOMENTO DI GRANDE DIFFICOLTA’ COME QUESTO, IL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA CHIEDE IL SILENZIO A DIRIGENTI, DOCENTI, ATA E IL MINISTRO APPROVA.
IL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA NON
RICONOSCE I COORDINAMENTI ISTITUZIONALI DELLA SCUOLA.
PER TUTTO QUESTO ESPRIMIAMO IL NOSTRO
SOSTEGNO E APPOGGIO
SOSTEGNO E APPOGGIO
ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DALLE SIGLE SINDACALI
GIOVEDI’ 3 GIUGNO 2010 ALLE ORE 14
VIA DE’ CASTAGNOLI, 1 – BOLOGNA
IL COORDINAMENTO DEI PRESIDENTI DI ISTITUTO E DI CIRCOLO DI BOLOGNA E PROVINCIA
GIOVEDI’ 3 GIUGNO 2010 ALLE ORE 14
VIA DE’ CASTAGNOLI, 1 – BOLOGNA
IL COORDINAMENTO DEI PRESIDENTI DI ISTITUTO E DI CIRCOLO DI BOLOGNA E PROVINCIA
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sabato 22 maggio 2010
Campioni d'Europa
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mercoledì 19 maggio 2010
Fabio Polenghi

Non solo la passione dello scatto fotografico, ma la volontà di documentare anche a costo della vita.
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domenica 16 maggio 2010
Coordinamento dei Presidenti di Circolo e d’Istituto di Bologna e Provincia
Cari genitori,
forse non vi sarà mai capitato di ricevere una lettera firmata da questa strana sigla.
Siamo i genitori da voi eletti negli organi collegiali della scuola, e vi vogliamo parlare di scuola, sperando abbiate la pazienza di leggerci fino in fondo.
La scuola così come la conoscete oggi sta per scomparire, sta peggiorando in modo irrimediabile.
Lo Stato ha deciso di risparmiare tagliando i finanziamenti destinati alla scuola pubblica di 8 miliardi, mentre ha triplicato i finanziamenti alle scuole private (da mezzo a 1 miliardo e mezzo di euro).
Questi tagli si stanno traducendo in alcuni provvedimenti che saranno devastanti sull’esperienza scolastica e sul futuro dei nostri ragazzi e ragazze. L’aumento del numero di alunni per classe (anche fino ad oltre trenta in aule che per le leggi sulla sicurezza e la “vivibilità” non dovrebbero contenerne più di 25), la forte riduzione di insegnanti e bidelli (150.000 in meno in 3 anni), la riduzione delle ore d’insegnamento (1900 ore in meno dai 6 ai 18 anni, pari al taglio di due anni di
scuola), il sempre più insufficiente sostegno ai ragazzi disabili, addirittura il taglio del 25% alle pulizie (sono arrivati a proporre alle scuole di pulire i bagni un giorno sì e l’altro no!).
A tutto ciò si aggiunge che le nostre scuole sono sempre in maggiori difficoltà economiche perché lo Stato da almeno tre anni non dà quanto deve loro: ognuna, comprese le nostre, è in credito di centinaia di migliaia di euro e dunque fatica sempre più a trovare risorse persino per le necessità primarie, figurarsi per le supplenze, nonostante la legge le garantisca. Vi sarete accorti che sempre più spesso la scuola è costretta a far entrare i vostri figli in ritardo o a farli uscire in anticipo o a “parcheggiarli” a gruppetti nelle altre classi, in assenza di didattica e in condizioni di insicurezza.
Noi presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto, visto i gravi problemi comuni alle nostre scuole, abbiamo deciso di uscire dalla nostra solitudine e di unirci insieme in un Coordinamento e, prima di rivolgerci direttamente a voi come stiamo facendo ora, abbiamo inviato tre lettere al Dirigente scolastico regionale, dott. Limina, richiedendogli un incontro per discutere di queste gravi difficoltà, ma non ci ha mai risposto, se non indirettamente e a mezzo stampa, dichiarando che “le scuole dell'Emilia-Romagna non hanno reali problemi di soldi, il ministero interviene per ripianare le reali e vere sofferenze degli istituti". Ci sembra veramente troppo, perciò giovedì prossimo, alle ore 14, lasceremo i nostri luoghi di lavoro per andare insieme in via de’ Castagnoli 1, fuori dal suo ufficio (poiché dentro non ci ha mai convocato) a ricordargli educatamente, con un cartello appeso al collo, l’entità delle vere “sofferenze” di ciascuna delle nostre scuole, crediti per i quali non vi è ancora stato alcun “appianamento”.
Nei prossimi giorni chiederemo anche un incontro al Prefetto per sollecitare un suo intervento nel caso di formazione di classi sovraffollate ed insicure.
In molti Circoli ed Istituti stiamo convocando assemblee per informarvi con più precisione su tutto quanto sta accadendo e accadrà.
Ognuno di noi desidera che i nostri ragazzi escano dalla scuola preparati, consapevoli delle proprie capacità, desiderosi di spendere i loro talenti nella società. Per far questo occorre dare alla scuola, e non toglierle, ciò di cui ha bisogno.
E in nome di tutto questo che vi chiediamo di informarvi, di essere al nostro fianco in questa battaglia. Abbiamo bisogno di tutto il vostro appoggio.
Grazie per la pazienza di averci letto fin qui.
Il Coordinamento dei Presidenti di Circolo e d’Istituto di Bologna e Provincia
forse non vi sarà mai capitato di ricevere una lettera firmata da questa strana sigla.
Siamo i genitori da voi eletti negli organi collegiali della scuola, e vi vogliamo parlare di scuola, sperando abbiate la pazienza di leggerci fino in fondo.
La scuola così come la conoscete oggi sta per scomparire, sta peggiorando in modo irrimediabile.
Lo Stato ha deciso di risparmiare tagliando i finanziamenti destinati alla scuola pubblica di 8 miliardi, mentre ha triplicato i finanziamenti alle scuole private (da mezzo a 1 miliardo e mezzo di euro).
Questi tagli si stanno traducendo in alcuni provvedimenti che saranno devastanti sull’esperienza scolastica e sul futuro dei nostri ragazzi e ragazze. L’aumento del numero di alunni per classe (anche fino ad oltre trenta in aule che per le leggi sulla sicurezza e la “vivibilità” non dovrebbero contenerne più di 25), la forte riduzione di insegnanti e bidelli (150.000 in meno in 3 anni), la riduzione delle ore d’insegnamento (1900 ore in meno dai 6 ai 18 anni, pari al taglio di due anni di
scuola), il sempre più insufficiente sostegno ai ragazzi disabili, addirittura il taglio del 25% alle pulizie (sono arrivati a proporre alle scuole di pulire i bagni un giorno sì e l’altro no!).
A tutto ciò si aggiunge che le nostre scuole sono sempre in maggiori difficoltà economiche perché lo Stato da almeno tre anni non dà quanto deve loro: ognuna, comprese le nostre, è in credito di centinaia di migliaia di euro e dunque fatica sempre più a trovare risorse persino per le necessità primarie, figurarsi per le supplenze, nonostante la legge le garantisca. Vi sarete accorti che sempre più spesso la scuola è costretta a far entrare i vostri figli in ritardo o a farli uscire in anticipo o a “parcheggiarli” a gruppetti nelle altre classi, in assenza di didattica e in condizioni di insicurezza.
Noi presidenti dei Consigli di Circolo e d’Istituto, visto i gravi problemi comuni alle nostre scuole, abbiamo deciso di uscire dalla nostra solitudine e di unirci insieme in un Coordinamento e, prima di rivolgerci direttamente a voi come stiamo facendo ora, abbiamo inviato tre lettere al Dirigente scolastico regionale, dott. Limina, richiedendogli un incontro per discutere di queste gravi difficoltà, ma non ci ha mai risposto, se non indirettamente e a mezzo stampa, dichiarando che “le scuole dell'Emilia-Romagna non hanno reali problemi di soldi, il ministero interviene per ripianare le reali e vere sofferenze degli istituti". Ci sembra veramente troppo, perciò giovedì prossimo, alle ore 14, lasceremo i nostri luoghi di lavoro per andare insieme in via de’ Castagnoli 1, fuori dal suo ufficio (poiché dentro non ci ha mai convocato) a ricordargli educatamente, con un cartello appeso al collo, l’entità delle vere “sofferenze” di ciascuna delle nostre scuole, crediti per i quali non vi è ancora stato alcun “appianamento”.
Nei prossimi giorni chiederemo anche un incontro al Prefetto per sollecitare un suo intervento nel caso di formazione di classi sovraffollate ed insicure.
In molti Circoli ed Istituti stiamo convocando assemblee per informarvi con più precisione su tutto quanto sta accadendo e accadrà.
Ognuno di noi desidera che i nostri ragazzi escano dalla scuola preparati, consapevoli delle proprie capacità, desiderosi di spendere i loro talenti nella società. Per far questo occorre dare alla scuola, e non toglierle, ciò di cui ha bisogno.
E in nome di tutto questo che vi chiediamo di informarvi, di essere al nostro fianco in questa battaglia. Abbiamo bisogno di tutto il vostro appoggio.
Grazie per la pazienza di averci letto fin qui.
Il Coordinamento dei Presidenti di Circolo e d’Istituto di Bologna e Provincia
mercoledì 12 maggio 2010
Bella Italia
Alcune immagini del nostro del paese, ammirato, ricercato dai turisti e a volte non rispettato. Le foto sono in visione su Picasa Web Album cliccando sul margine destro del blog oppure direttamente sul titolo del post. Buona visione.
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martedì 11 maggio 2010
Scuola
Ho voluto postare i testi di due mie e.mail a tema "la scuola". Sembra il titolo di un film e si spera anche a lieto fine. Al momento siamo in piena tempesta e mi sentirei un iposcrita a dare la colpa a qualche personaggio di spicco aspettando che mi risolva il problema. Ritengo che ci sia certamente bisogno di sapere, di comunicare, di non coprire, ma anche di iniziative, di idee e di volontà. Tutto ciò il più delle volte parte dal basso, magari anche attraverso internet.
Lo scorso 28 Aprile si è tenuta una riunione dei rappresentanti del Consiglio dell'Istituto Comprensivo di Castel Maggiore con i rappresentanti dei genitori delle singole classi. Dopo la rituale presentazione dei componenti del Consiglio, si è potuto elencare quali siano i problemi soprattutto di natura economica della nostra scuola e di fatto comuni a tutti gli altri istitui scolastici. In particolare, il Consiglio ha constatato dal relativo bilancio che l'Istituto Comprensivo di Castel Maggiore avanza un credito dal Ministero della Pubblica Istruzione di 113.000 (centotredicimila/00) €. Come si è formato questo credito? In primo luogo ci sono i progetti proposti dal corpo insegnanti ed approvati dal Provveditorato, per i quali si è dovuto pagare teatri, laboratori e altri enti che hanno collaborato a realizzare detti progetti. Altra voce di spesa riguarda le supplenze di lunga durata degli insegnanti: secondo una circolare ministeriale solo le assenze superiori ai 15gg sono da ritenersi di lungo periodo, alle quali si può assegnare una supplenza pagata dall'Istituto e successivamente rimborsata dal Ministero. Per le assenze di periodo inferiore ai 15 gg l'Istituo deve provvedere con lo straordinario delle altre insegnanti, oppure con lo smembramento della classe in altri classi ed in ultimo con uscite anticipate od entrate posticipate. Secondo un calcolo approssimativo i nostri figli in questo modo avrebbero perso la media 35 ore di lezione nell'intero anno scolastico. L'ultima iniziativa proveniente dal Ministero è la creazione di un fondo comune a tutti gli Istituti Scolastici ove verrebbero "depositati" tutti questi crediti in attesa della copertura economica. Per alcuni questo sarebbe un tentativo di non far comparire nei bilanci queste spese e comunque tale direttiva si pone in contraddizone con una legge dello Stato (quindi di grado superiore), ragion per cui il nostro Istituto, come la maggior parte degli Istituti di Bologna, non vi ha aderito. Tale situazione è certamente influenzata dai tagli sia del personale che finanziari decisi da Ministero, il quale ha fissato anche una riduzione delle spese per appalti (ad esempio le pulizie) del 25%. Il Consiglio d'Istituto ha ritenuto doveroso ricordare ai genitori che in questa ottica anche i 30 €. richiesti ad inizio anno scolastico (8 €. obbligatori di assicurazione + 22 €. di contributo volontario) diventano essenziali per finanziare anche quelle piccole attività didattiche che non prevedono alcun finanziamento ministeriale. Nel corso dell'incontro sono comunque emersi anche altri legittimi punti di vista: è infatti da segnalare che se ci troviamo in questa precaria situazione in parte è da imputare a sprechi e gestioni non oculate del "bene" pubblico. Inoltre è comprensibile che la situazione economica attuale che ha indebitato ulteriormente le famiglie, possa portare alcuni genitori a non voler partecipare al contributo volontario; in tali circostanze si rischia di apparire quanto meno indelicati quando a richiedere del denaro sono insegnanti o comunque persone che hanno un posto fisso ed uno stipendio mensile certo. Ad ogni buon fine servono iniziative ed idee da parte di tutti, sia per far conoscere e constatare la reale condizione del malato "scuola", sia per poterlo curare senza dover attendere tempi epocali. L'iniziativa di questo Consiglio di Istituto è di mantenere i contatti sul territorio con altri Consigli di altri Istituti scolastici per poter portare avanti iniziative e collaborazioni da mostrate al Provveditorato locale. Inoltre servono volontari per la campagna "riciclo anch'io" relativa al riciclo dei libri scolastici di 2^ e 3^ media: la raccolta dei libri usati avviene all'interno delle scuola media, ma poi non possono rimanere lì custoditi fino alla successiva distribuzione al mese di settembre. Nei scorsi anni un consigliere si prendeva tale onere in tutti i sensi poiché metteva anche a disposizione un locale privato per il deposito dei libri, ove li divideva per classe e materia pronti per la distribuzione a coloro che ne facevano richiesta. La proposta nata in riunione è quella di interessare anche altri enti esterni alla scuola i quali potrebbero avere a disposizione un locale idoneo a questa certamente lodevole iniziativa, come ad esempio il Comune di Castel Maggiore presso i locali della Biblioteca Comunale oppure un centro anziani od altri simili. Infine, aggiungo la mia personale iniziativa spedita via e.mail al Consiglio d'Istituto e che pongo anche alla vostra attenta valutazione:
Ringrazio per la e.mail e ne approfitto per inviare la prima idea che mi è sovvenuta riflettendo sui temi trattati in occasione dell'ultimo incontro. Ho notato con rammarico che il sito informatico della scuola è inattivo e quindi inutilizzabile per gli studenti. Inutile dire che le conoscenze informatiche in questo periodo sono fondamentali per i giovani e non solo per mero passatempo, ma come vera e propria occasione di studio. Tra l'altro il sito è indubbiamente un'opportunità per rimanere informati sulle iniziative della scuola, quali ad esempio la raccolta dei libri scolastici usati, proporre progetti, un punto di ascolto oppure per cercare un contatto e.mail con un professore. Peraltro, nella pubblica amministrazione è già normativamente previsto l'account professionale, chiaramente a solo uso didattico/professionale. Oltre alla necessità di chiarire da dove dipenda tale mancanza, propongo che nella scuola si possa creare "una banca del tempo" alla quale possano aderire insegnanti, genitori e magari anche gli studenti. Cosa viene depositata in questa banca: ognuno le proprie capacità nel suo tempo libero. In questo modo sarebbe anche possibile rintracciare un esperto in scienze informatiche in grado trovare le giuste soluzioni per il sito della scuola. Aggiungo che quello di cui avverto veramente la mancanza nella scuola è la dedizione. Senza alcuna esclusione: genitori che pensano alla scuola come un contenitore dove depositare i figli, insegnanti che si affrettano a non sforare il loro "monte ore" settimanali, bidelli a cui interessa di più l'ultimo brano MP3 scaricato da internet e studenti che non si affrettano ad entrare in aula. A mio avviso c'è bisogno di compartecipazione nella scuola di oggi. Di cercare altrove quello che il ministero della Pubblica Amministrazione non ci dà. Magari interessando anche altri enti, istituti, personalità. Comunque non arrendersi all'immobilismo. Crearsi la possibilità per rivendicare a chi di dovere un'iniziativa concreta, perché il futuro dei nostri figli è adesso.
Lo scorso 28 Aprile si è tenuta una riunione dei rappresentanti del Consiglio dell'Istituto Comprensivo di Castel Maggiore con i rappresentanti dei genitori delle singole classi. Dopo la rituale presentazione dei componenti del Consiglio, si è potuto elencare quali siano i problemi soprattutto di natura economica della nostra scuola e di fatto comuni a tutti gli altri istitui scolastici. In particolare, il Consiglio ha constatato dal relativo bilancio che l'Istituto Comprensivo di Castel Maggiore avanza un credito dal Ministero della Pubblica Istruzione di 113.000 (centotredicimila/00) €. Come si è formato questo credito? In primo luogo ci sono i progetti proposti dal corpo insegnanti ed approvati dal Provveditorato, per i quali si è dovuto pagare teatri, laboratori e altri enti che hanno collaborato a realizzare detti progetti. Altra voce di spesa riguarda le supplenze di lunga durata degli insegnanti: secondo una circolare ministeriale solo le assenze superiori ai 15gg sono da ritenersi di lungo periodo, alle quali si può assegnare una supplenza pagata dall'Istituto e successivamente rimborsata dal Ministero. Per le assenze di periodo inferiore ai 15 gg l'Istituo deve provvedere con lo straordinario delle altre insegnanti, oppure con lo smembramento della classe in altri classi ed in ultimo con uscite anticipate od entrate posticipate. Secondo un calcolo approssimativo i nostri figli in questo modo avrebbero perso la media 35 ore di lezione nell'intero anno scolastico. L'ultima iniziativa proveniente dal Ministero è la creazione di un fondo comune a tutti gli Istituti Scolastici ove verrebbero "depositati" tutti questi crediti in attesa della copertura economica. Per alcuni questo sarebbe un tentativo di non far comparire nei bilanci queste spese e comunque tale direttiva si pone in contraddizone con una legge dello Stato (quindi di grado superiore), ragion per cui il nostro Istituto, come la maggior parte degli Istituti di Bologna, non vi ha aderito. Tale situazione è certamente influenzata dai tagli sia del personale che finanziari decisi da Ministero, il quale ha fissato anche una riduzione delle spese per appalti (ad esempio le pulizie) del 25%. Il Consiglio d'Istituto ha ritenuto doveroso ricordare ai genitori che in questa ottica anche i 30 €. richiesti ad inizio anno scolastico (8 €. obbligatori di assicurazione + 22 €. di contributo volontario) diventano essenziali per finanziare anche quelle piccole attività didattiche che non prevedono alcun finanziamento ministeriale. Nel corso dell'incontro sono comunque emersi anche altri legittimi punti di vista: è infatti da segnalare che se ci troviamo in questa precaria situazione in parte è da imputare a sprechi e gestioni non oculate del "bene" pubblico. Inoltre è comprensibile che la situazione economica attuale che ha indebitato ulteriormente le famiglie, possa portare alcuni genitori a non voler partecipare al contributo volontario; in tali circostanze si rischia di apparire quanto meno indelicati quando a richiedere del denaro sono insegnanti o comunque persone che hanno un posto fisso ed uno stipendio mensile certo. Ad ogni buon fine servono iniziative ed idee da parte di tutti, sia per far conoscere e constatare la reale condizione del malato "scuola", sia per poterlo curare senza dover attendere tempi epocali. L'iniziativa di questo Consiglio di Istituto è di mantenere i contatti sul territorio con altri Consigli di altri Istituti scolastici per poter portare avanti iniziative e collaborazioni da mostrate al Provveditorato locale. Inoltre servono volontari per la campagna "riciclo anch'io" relativa al riciclo dei libri scolastici di 2^ e 3^ media: la raccolta dei libri usati avviene all'interno delle scuola media, ma poi non possono rimanere lì custoditi fino alla successiva distribuzione al mese di settembre. Nei scorsi anni un consigliere si prendeva tale onere in tutti i sensi poiché metteva anche a disposizione un locale privato per il deposito dei libri, ove li divideva per classe e materia pronti per la distribuzione a coloro che ne facevano richiesta. La proposta nata in riunione è quella di interessare anche altri enti esterni alla scuola i quali potrebbero avere a disposizione un locale idoneo a questa certamente lodevole iniziativa, come ad esempio il Comune di Castel Maggiore presso i locali della Biblioteca Comunale oppure un centro anziani od altri simili. Infine, aggiungo la mia personale iniziativa spedita via e.mail al Consiglio d'Istituto e che pongo anche alla vostra attenta valutazione:
Ringrazio per la e.mail e ne approfitto per inviare la prima idea che mi è sovvenuta riflettendo sui temi trattati in occasione dell'ultimo incontro. Ho notato con rammarico che il sito informatico della scuola è inattivo e quindi inutilizzabile per gli studenti. Inutile dire che le conoscenze informatiche in questo periodo sono fondamentali per i giovani e non solo per mero passatempo, ma come vera e propria occasione di studio. Tra l'altro il sito è indubbiamente un'opportunità per rimanere informati sulle iniziative della scuola, quali ad esempio la raccolta dei libri scolastici usati, proporre progetti, un punto di ascolto oppure per cercare un contatto e.mail con un professore. Peraltro, nella pubblica amministrazione è già normativamente previsto l'account professionale, chiaramente a solo uso didattico/professionale. Oltre alla necessità di chiarire da dove dipenda tale mancanza, propongo che nella scuola si possa creare "una banca del tempo" alla quale possano aderire insegnanti, genitori e magari anche gli studenti. Cosa viene depositata in questa banca: ognuno le proprie capacità nel suo tempo libero. In questo modo sarebbe anche possibile rintracciare un esperto in scienze informatiche in grado trovare le giuste soluzioni per il sito della scuola. Aggiungo che quello di cui avverto veramente la mancanza nella scuola è la dedizione. Senza alcuna esclusione: genitori che pensano alla scuola come un contenitore dove depositare i figli, insegnanti che si affrettano a non sforare il loro "monte ore" settimanali, bidelli a cui interessa di più l'ultimo brano MP3 scaricato da internet e studenti che non si affrettano ad entrare in aula. A mio avviso c'è bisogno di compartecipazione nella scuola di oggi. Di cercare altrove quello che il ministero della Pubblica Amministrazione non ci dà. Magari interessando anche altri enti, istituti, personalità. Comunque non arrendersi all'immobilismo. Crearsi la possibilità per rivendicare a chi di dovere un'iniziativa concreta, perché il futuro dei nostri figli è adesso.
domenica 2 maggio 2010
Dio contro Dio
Voglio dominare gli eventi, voglio che tutto dipenda da me, voglio essere riconosciuto Re.
Ambisco la sfida. Conosco regole e stratagemmi. L'attacco e la difesa.
Rifletto, intuisco il senso, mi fronteggio con il mio destino.
Chi, me lo ha messo difronte?
Esigente con la mia coscienza. Diffidente, ma la mia figura traspare anche nel silenzio.
Non voglio scoprirmi troppo, misuro il quadro che mi accoglie.
Posso negarmi il cibo, chiudere gli occhi per non essere scrutato, tapparmi le orecchie per non udiere il lamento, ma il dono di comunicare non lo posso trattenere.
Chi, mi vuole ascoltare?
Risalgo il fiume, fino alla sorgente. Fisso il cammino, i miei pensieri.
Assaporo la fatica dei miei muscoli. Cerco conferme nella natura.
Percepisco La presenza. Non sono solo.
Chi, mi sta cercando?
Sono una creatura umana.
Ambisco la sfida. Conosco regole e stratagemmi. L'attacco e la difesa.
Rifletto, intuisco il senso, mi fronteggio con il mio destino.
Chi, me lo ha messo difronte?
Esigente con la mia coscienza. Diffidente, ma la mia figura traspare anche nel silenzio.
Non voglio scoprirmi troppo, misuro il quadro che mi accoglie.
Posso negarmi il cibo, chiudere gli occhi per non essere scrutato, tapparmi le orecchie per non udiere il lamento, ma il dono di comunicare non lo posso trattenere.
Chi, mi vuole ascoltare?
Risalgo il fiume, fino alla sorgente. Fisso il cammino, i miei pensieri.
Assaporo la fatica dei miei muscoli. Cerco conferme nella natura.
Percepisco La presenza. Non sono solo.
Chi, mi sta cercando?
Sono una creatura umana.
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fratelli,
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SemperMEG
domenica 18 aprile 2010
I colori raccontano la pace
Avevo una scatola di colori,
brillanti decisi e vivi,
avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, alcuni molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti,
non avevo il nero
per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco
per il volto dei morti,
non avevo il giallo
per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
brillanti decisi e vivi,
avevo una scatola di colori,
alcuni caldi, alcuni molto freddi.
Non avevo il rosso
per il sangue dei feriti,
non avevo il nero
per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco
per il volto dei morti,
non avevo il giallo
per le sabbie ardenti.
Ma avevo l'arancio
per la gioia della vita,
e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste dei chiari cieli splendenti
e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
Tali Sorek
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giovedì 15 aprile 2010
giovedì 8 aprile 2010
E adesso?
Decisamente non mi piaceva la piega che aveva preso. Mi sentivo ed in parte mi sento ancora in ritardo, fuori luogo, non allineato sfuocato in tensione. Mi sono fermato. Ho chiuso tutte le finestre a ritroso, pulitura del disco, scandisc defrag. Spento. Nero sul monitor. Un mini "fioretto", ma molto di più la necessità di riflettere, di non dover rincorrere gli appuntamenti, la storia quotidiana, uno scadenzario impietoso. Nessun isolamento al PC, piuttosto un libro, letto a fatica. La mia attenzione ha virato in un'altra direzione: le parole di una canzone, un tiro a canestro, il sapore di un caffè scadente, un film condiviso sul divano di casa, un dolore in più del tempo che passa. Una serie di immagini rituali uscite dalla mia indifferenza: alberi lungo le strade stremati dal rigido inverno, San Luca dietro i palazzi della Fiera, i coppi dei tetti del centro città. Cortecce e rami privi di foglie che si stendevano su cielo sin troppo limpido per la campagna bolognese e nel contempo espressione di estrema sofferenza. La macchina fotografica appoggiata sul sedile del passeggero e non una valida ragione per fare scatto. Troppo traffico, nessun parcheggio, meglio una luce meno diretta. La presunzione che qualsiasi foto non sarebbe stata come la mia memoria in quell'istante. Forse un'occasione perduta, più probabilmente la ricerca dei giusti stimoli. Non una illuminazione, ma un esame di coscienza necessariamente lento e ponderato. Avevo bisogno di riscoprire il dialogo con i miei affetti, senza preconcetti, versandoci tutto l'ottimismo che potevo spremere dalla mia storia. Un processo al quale non si può mettere la parola fine, perché mi accompagnerà, mi cambierà, mi darà una forma diversa nel tempo. E adesso? Perché ritornare al passato e scrivere queste righe. E' successa una cosa nuova: un suo post su questo blog, una delusione che conosco, un dolore non curato, non sedato. La speranza che scrivere poche righe possano aiutare a comprendere i perché i cosa potevo fare cosa potevo dire. L'unica certezza che ho è che scrivere "fa bene". Nient'altro. E non da quando scrivo sul blog. In realtà ho sempre scritto: una lettera ad un amico, ai miei figli o semplici riflessioni personali. Non ho trovato delle risposte, ma esprimere le mie emozioni e poterci riflettere anche a distanza di tempo mi ha aiutato a viverle meglio. La necessità di accettare un dolore e cambiare con esso. L'inverno è finito. Tornano le foglie sugli alberi.
sabato 20 marzo 2010
E' passato un anno
E' passato un anno , per la precisione 1 anno e 1 giorno dal 19.03.2009, giorno in cui ho portato in ospedale il mio papà che mi è stato resituito circa un mese dopo, il 17.04.2009 venerdì ( ma non voglio essere superstiziosa) perchè " una lunga ospedalizzazione influisce negativamente sul morale di un ammalato terminale". L'unica cosa positiva è che almeno se ne è andato in casa sua tra le persone che lo amano, ed il tempo presente non è un errore.
Dopo tutto io sono ancora arabbiata: con quel medico del pronto soccorso che mi da del tu ( ma chi ti conosce ? ) e mi dice che lo meteranno nel reparto più idoneo alla sua situazione "tanto non possiamo perdere tempo", odio la dottoressa che mi dice " ma sà ... bisogna valutare le aspettative di vita" e quei medici del reparto angiologia che hanno aspettato mesi per chiamarlo e per portare sollievo ad una persona che ancora non sapeva di avere un tumore e che aveva fatto decine di esami in previsione di un' intervento di riapertura di una vena che da mesi gli impediva di camminare e la loro segreteria incompetente che si era persa la cartella clinica.
Tutto questo mi fa pensare... ma che cavolo guardavano quando vedevano le lastre ai polmoni(fatte più volte), gli esami del sangue e non sò quante altre cose; sono incattivita, ho diritto di esserlo per il trattamento riservato ad una persona che meritava più dignità e meno sofferenza e l'unico augurio che faccio ai medici che si sono dimostrati così insensibili è di trovarsi ad avere un congiunto in ospedale e ricevere dai dottori la stessa umanità che loro hanno usato nei confronti di mio padre e della mia famiglia.
Non tutti i medici sono così indifferenti e per fortuna a Bologna non esiste solo un Ospedale ... mi dispiace non aver costretto un uomo di più di 70 anni a firmare per uscire da quella clinica ospedaliera universitaria, dove abbiamo trovato solo indifferenza e maleducazione, perchè se uno deve morire è suo diritto farlo dignitosamente .
Mi auguro solo che adesso scrivere mi faccia stare un pò meglio e mi tolga da questa situazione di apnea in cui vivo e che la mia famiglia non merita.
Dopo tutto io sono ancora arabbiata: con quel medico del pronto soccorso che mi da del tu ( ma chi ti conosce ? ) e mi dice che lo meteranno nel reparto più idoneo alla sua situazione "tanto non possiamo perdere tempo", odio la dottoressa che mi dice " ma sà ... bisogna valutare le aspettative di vita" e quei medici del reparto angiologia che hanno aspettato mesi per chiamarlo e per portare sollievo ad una persona che ancora non sapeva di avere un tumore e che aveva fatto decine di esami in previsione di un' intervento di riapertura di una vena che da mesi gli impediva di camminare e la loro segreteria incompetente che si era persa la cartella clinica.
Tutto questo mi fa pensare... ma che cavolo guardavano quando vedevano le lastre ai polmoni(fatte più volte), gli esami del sangue e non sò quante altre cose; sono incattivita, ho diritto di esserlo per il trattamento riservato ad una persona che meritava più dignità e meno sofferenza e l'unico augurio che faccio ai medici che si sono dimostrati così insensibili è di trovarsi ad avere un congiunto in ospedale e ricevere dai dottori la stessa umanità che loro hanno usato nei confronti di mio padre e della mia famiglia.
Non tutti i medici sono così indifferenti e per fortuna a Bologna non esiste solo un Ospedale ... mi dispiace non aver costretto un uomo di più di 70 anni a firmare per uscire da quella clinica ospedaliera universitaria, dove abbiamo trovato solo indifferenza e maleducazione, perchè se uno deve morire è suo diritto farlo dignitosamente .
Mi auguro solo che adesso scrivere mi faccia stare un pò meglio e mi tolga da questa situazione di apnea in cui vivo e che la mia famiglia non merita.
giovedì 4 marzo 2010
domenica 28 febbraio 2010
martedì 23 febbraio 2010
Lotta alla pigrizia
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giovedì 18 febbraio 2010
Informatici senza frontiere
Un'altra lodevole inziativa di persone che si dedicano ad aiutare il prossimo. Forse solo piccole cose per migliorare la qualità di una o più vite già molto disagiate, per non dire in taluni casi disperate. L'associazione "Informatici Senza Frontiere" si propone di portare il sapere e la tecnologia informatica per dare un aiuto concreto. Un esempio è la collaborazione nata tra Informatici Senza Frontiere e l’A.B.E. (Associazione Bambino Emopatico) per il progetto “Bambini al Computer a Brescia”: l’obiettivo e’ quello di mettere in rete le associazioni appartenenti alla Federazione FIAGOP, la Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica. Il progetto intende utilizzare strumenti a basso costo e dare grande impulso alla diffusione in internet. Una prima fase prevede la preparazione della documentazione per l’utilizzo di Skype (comunicazioni via internet) e DIMDIM (presentazioni e videoconferenze), il supporto per la definizione degli standard di utilizzo e per lo start up. In una seconda fase verranno poi strutturate le reti di comunicazione tra le associazioni. Questa volontà colloborativa permette a bambini gravemente malati di poter seguire le lezioni scolastice dal proprio letto di ospedale o di comunicare in video con parenti ed amici per non essere dimenticati. L'unico timore è che coloro che devono comunicare con questi bambini non siano attrezzati per farlo. Infatti se da una parte l'onlus è in grado di aiutare le famiglie bisognose di assistenza, spesso si trova di fronte un interlocutore sordo per mancanza di fondi e cioè la scuola pubblica o la sanità attulamente non sufficientemente finanziate. Il paradosso delle buone azioni. Ma non bisogna arrendersi....mai!
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venerdì 12 febbraio 2010
La foresta
C'era una volta un foresta. Non era la foresta più bella che fosse mai esistita. C'erano alberi di tutti i tipi, fiori colorati, ma anche funghi avvelenati. Animali piccoli e grandi. Uccelli e insetti. Ruscelli e prati verdi, ma anche buche e dirupi. Insomma una foresta come tante altre. In questa foresta abitava un branco di lupi composto da tante famiglie. Il branco dei lupi era comandato da un consiglio di lupi anziani che avevano scelto il loro re. Il consiglio ed il re avevano organizzato il branco affidando ad ognuno dei compiti, per fare in modo che tutti i lupi potessero vivere in pace ed in prosperità. Alcuni curavano la natura della foresta, altri custodivano il cibo, altri verificavano gli spostamenti della selvaggina. Altri ancora dovevano allevare i cuccioli, tenere in ordine le tane e assistere i lupi malati. A dire il vero, non era stato sempre così nella foresta: c'erano stati tempi di carestie e di lotte tra i lupi, con re cattivi che si erano comportati da tiranni, ed altri periodi felici e sereni, con lupi giusti che, pur non essendo diventati dei re, avevano fatto delle buone azioni per il branco. Però da un pò di tempo la selvaggina sceglieva altre foreste più belle e le scorte di cibo scarseggiavano. Molti lupi avevano dovuto fare delle rinuncie, delle scelte difficili e la tensione nel branco iniziava a salire. C'erano sopprusi, ingiustizie, egoismi e litigi. Ma c'era anche chi aiutava gli altri lupi in difficoltà e non per ordine del consiglio dei lupi anziani. Solo perchè si sentiva di farlo, oppure per riconoscenza poichè anche lui era stato aiutato. Nel frattempo nella foresta erano giunti anche altri lupi da molto lontano. Erano lupi diversi da quelli del branco e avevano abbandonato le loro foreste perchè non c'era abbastanza cibo per vivere. Erano affamati, intimoriti, pericolosi. Si nascondevano oppure cercavano di passare inosservati, ma lascivano comunque segni e tracce dei loro passaggi Erano disposti a tutto per sopravvivere. Nella foresta esisteva però un clan formato da famiglie di lupi cattivi, i quali segnavano il territorio come dei piccoli re e dominavano sulle altre famiglie di lupi, ne gestivano il cibo, a volte anche rubandolo e uccidevano i lupi che si ribellavano. Il clan pensava di sfruttare anche il lavoro dei lupi clandestini. Poteva mandarli a cacciare la selvaggiana per loro in cambio di una tana sicura. Il clan era certo che i lupi venuti da lontano non si sarebbero ribellati, altrimenti li avrebbero cacciati. Il consiglio dei lupi anziani che conosceva il potere del clan non sapeva bene che fare. Alcuni volevano allontanare dalla foresta i lupi stranieri, altri invece affermavano che il cibo poteva essere sufficiente per tutti. Di fatto il re ed il consiglio dei lupi decisero che i lupi di sorveglianza dovevano allontanare i lupi stranieri che potevano essere pericolosi per il branco. I lupi di sorveglianza avevano il compito di controllare il territorio della foresta, delimitando le zone, verificando gli odori ed i segni lasciati sugli alberi, sorvegliare le attività del clan, separare i lupi litiganti, insomma fare in modo che tutto il branco potesse vivere tranquillo. Non era un compito facile. A molti nemmeno piaceva l'incarico ricevuto dal consiglio dei lupi anziani. Un sera un lupo di sorveglianza tornando alla tana, vide che i suoi cuccioli lo stavano aspettando ancora svegli. Volevano sapere dove era andato e cosa aveva fatto. Allora il lupo gli spiegò quale fosse il suo dovere, ma i cuccioli non erano soddisfatti: volevano sapere perchè lo faceva.
"Ad ognuno nel branco viene affidato il compito più adatto secondo le sue capacità e la sua indole."
"Ma nella foresta i pericoli ci sono sempre e non sembra mai finire il tuo dovere!" repliccarono i cuccioli.
"La foresta non sarà mai sicura e il lavoro dei sorveglianti non finirà mai. Nuovi pericoli nasceranno quando i vecchi saranno innoqui. Ma questa è la nostra foresta ed è nostro dovere vigilare, anche se sembra inutile. Questo è il mio destino. Il male ed il bene percorrono lo stesso sentiero nella foresta e segnano gli stessi alberi. I lupi seguono solo la loro natura."
"Ma il tuo destino ti fà fare cose ingiuste?"
"Il mio destino sà quale è la mia natura e sa quali decisioni prenderò. Quello che accadrà è già accaduto. Quando nella foresta muore un albero, sembra che intorno a lui nulla accada, ma non è così. Intorno gli altri alberi prendono la sua luce, si alzano verso il cielo e allargano le loro chiome. Gli insetti che prima vi abitavano vengono sostituiti da altri insetti. Gli uccelli spostano il loro nido. Quando il tronco cade travolge altre piante, magari più piccole che ne sentono il peso. Siamo così vicini tra di noi che nulla ci può lasciare indiferrenti. Ogni nostra decisione cambia il nostro destino e quello di chi ci sta vicino. Per questo seguo la mia natura."
"Ad ognuno nel branco viene affidato il compito più adatto secondo le sue capacità e la sua indole."
"Ma nella foresta i pericoli ci sono sempre e non sembra mai finire il tuo dovere!" repliccarono i cuccioli.
"La foresta non sarà mai sicura e il lavoro dei sorveglianti non finirà mai. Nuovi pericoli nasceranno quando i vecchi saranno innoqui. Ma questa è la nostra foresta ed è nostro dovere vigilare, anche se sembra inutile. Questo è il mio destino. Il male ed il bene percorrono lo stesso sentiero nella foresta e segnano gli stessi alberi. I lupi seguono solo la loro natura."
"Ma il tuo destino ti fà fare cose ingiuste?"
"Il mio destino sà quale è la mia natura e sa quali decisioni prenderò. Quello che accadrà è già accaduto. Quando nella foresta muore un albero, sembra che intorno a lui nulla accada, ma non è così. Intorno gli altri alberi prendono la sua luce, si alzano verso il cielo e allargano le loro chiome. Gli insetti che prima vi abitavano vengono sostituiti da altri insetti. Gli uccelli spostano il loro nido. Quando il tronco cade travolge altre piante, magari più piccole che ne sentono il peso. Siamo così vicini tra di noi che nulla ci può lasciare indiferrenti. Ogni nostra decisione cambia il nostro destino e quello di chi ci sta vicino. Per questo seguo la mia natura."
giovedì 4 febbraio 2010
Obama: "I'm a big believer in Net Neutrality."
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martedì 2 febbraio 2010
Sprechi
Un'azione di buon senso. Null'altro. L'undicesimo comandamento: non sprecare. Quanta roba cestiniamo, rottamiamo, disprezziamo oppure semplicemente non è di nostro gradimento. Quindi non facciamo altro che lasciarla sullo scaffale, tanto altri ci penseranno, ad altri piacerà, ad altri sarà gradita. E così è stato. Quanti contadini non vendono frutta "deformata" o "scolorita". Il nostro indice di gradimento è tale che quello che il mercato vuole deve essere perfetto, non intaccato. Così per questa teoria filo-ariana dei prodotti alimentari e non solo, in Italia si creano più di 200 mila tonnellate di rifiuti, i manovali clandestini della raccolta nelle campagne fanno la fame e l'indice della povertà sale. Un professore universitario della facoltà di agraria presso l'ateneo bolognese ha valutato con buon senso questi dati. Così Andrea Sgrè ha creato il progetto Last Minute Market che dal 2003 ha dato origine alla cooperativa Carpe Cibum impegnata a trasformare lo spreco in risorse. Non è un'idea originale, anzi la definirei piuttosto l'uovo di Colombo. Perchè a Bologna come in altre città le mense dei poveri sono sempre esistite e si sono sempre rifornite in questa maniera. Semplicemente ora le grandi catene commerciali oppure i piccoli negozianti possono usufruire del mezzo informatico per gestire lo smaltimento dell'invenduto, aspettando che passino a ritirare la marce non l'azienda locale di smaltimento rifiuti, ma coloro che s'impegnano a sostenere i bisognosi, gli invisibili del nostro tempo.
venerdì 29 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
Credo che....
..........questo sia proprio da vedere (senza rimorso)
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